Prato, operai in sciopero per le condizioni lavorative multati 4mila euro. Il sindacato: “Effetto del decreto sicurezza”
La protesta era stata organizzata il 16 ottobre scorso dai Si Cobas, ma i 21 lavoratori sono stati accusati di aver messo a rischio la sicurezza stradale
Multe di 4mila euro ai lavoratori in sciopero per effetto del decreto sicurezza
21 lavoratori sono scesi in strada a Prato per protestare contro le proprie condizioni lavorative e per questo sono stati multati, ricevendo sanzioni pari a 4mila euro.
La protesta sindacale è avvenuta il 16 ottobre davanti alla Tintoria Superlativa di via Inghirami, a Prato, ma per le autorità i manifestanti hanno messo a rischio la sicurezza attuando un blocco stradale.
Blocco che, secondo il sindacato Si Cobas che ha organizzato la protesta, non è mai avvenuto.
Le multe sarebbero la diretta conseguenza di una norma contenuta nel Decreto sicurezza voluto dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, e rappresentano per il sindacato la sua prima applicazione a livello nazionale.
Per questo i lavoratori hanno indetto una nuova protesta, che si è tenuta sabato, 21 dicembre, a Prato.
“L’applicazione del Decreto Salvini contro le legittime proteste dei lavoratori è un campanello di allarme sullo stato di salute delle libertà democratiche sul nostro territorio”, si legge in una nota diffusa dal sindacato, che chiede il ritiro delle multe.
“Ancora più grave che questo accada andando a ‘sanzionare’ lavoratori in sciopero che non recepiscono retribuzioni da sette mesi e sono impegnati nella denuncia di situazioni gravissime di sfruttamento ed illegalità imprenditoriale che purtroppo contraddistinguono ancora il distretto pratese”.
“Dalle misure di vero e proprio razzismo istituzionale alle misure di limitazione del diritto di dissenso, il Decreto Salvini porta avanti una e vera e propria guerra ai più deboli in nome di una presunta ‘sicurezza’”.
I rappresentanti dei lavoratori denunciano condizioni lavorative massacranti: turni di 12 ore al giorno per sette giorni la settimana, mancanza di permessi per malattia o ferie, e paghe da fame “che spesso non superano i 1000 euro”, continua la nota.
“Questa è la realtà contro cui i lavoratori colpiti dalle multe si stanno battendo. Pensare che siano loro la minaccia alla ‘sicurezza‘ di Prato è assurdo e gravissimo. La ‘sicurezza’ di cui la città ha bisogno è quella di sapere che dentro i tanti capannoni industriali del distretto vengano rispettati diritti e dignità del lavoro”, conclude il sindacato