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Latina, liceo vieta gli smartphone in classe: preside aggredito dai genitori di un’alunna

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Latina, liceo vieta gli smartphone in classe: preside aggredito dai genitori di un’alunna

È bastato meno di un giorno per far scoppiare il caos in una scuola di Latina che ha scelto di vietare i cellulari in classe. Dopo il rifiuto di una studentessa del liceo scientifico Majorana di consegnare lo smartphone all’ingresso, come stabilito da una circolare, la ragazza è stata raggunta da alcuni famigliari che avrebbero poi aggredito il preside. A riportare l’accaduto è Il Messaggero, secondo cui il caso potrebbe finire in tribunale: il dirigente scolastico intende infatti sporgere denuncia.

Il preside aveva stabilito con una circolare che a partire da ieri, lunedì 17 ottobre, gli studenti devono riporre i cellulari all’interno di una scatola da cui possono recuperarli soltanto all’uscita. Una richiesta arrivata dopo segnalazioni di “reiterati casi di cyberbullismo, comportamenti scorretti nei confronti di alcuni docenti”. La circolare, intitolata “Uso consapevole del cellulare”, definisce il telefono elemento “distrattore” e di “isolamento nel gruppo”.

“Siamo consapevoli di essere, con alta probabilità, impopolari ma siamo anche convinti che la scuola debba recuperare l’aspetto della socializzazione e il rispetto dell’altro. Siamo anche consapevoli che il Majorana si è distinto sempre per il fatto di andare controcorrente e allora inizieremo la salita”, hanno dichiarato preside e professori dopo le proteste degli studenti in vista dell’entrata in vigore dell’obbligo. Alla prima ora i professori ritirano tutti i dispositivi. L’unica a rifiutarsi è stata una studentessa del secondo anno, che si è tirata indietro dopo aver chiesto al professore di assicurarle che il cellulare le sarà ricomprato se perso o rubato. Ai famigliari ha raccontato di aver ricevuto tre note, prima di andare dalla vicepreside. Dopo il colloquio, in cui si è nuovamente rifiutata di consegnare il cellulare, ha chiamato i genitori in lacrime. Alla scuola è accorso il fratello con un amico, che hanno chiesto di parlare immediatamente con il preside. A quel punto è arrivata anche la polizia, che ha identifica tutti i presenti, accertando che i due non avevano titolo per entrare. Infine è arrivato anche il padre della ragazza, che avrebbe rivolto parole “irriguardose e irripetibili” secondo quanto riferito dai docenti.

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