Chi era Karim Bamba, il bambino di 10 anni morto schiacciato nel cassonetto dei vestiti usati
Chi era Karim, il bambino morto nel cassonetto dei vestiti usati
Karim Bamba, 10 anni, è morto schiacciato nel cassonetto giallo per la raccolta di vestiti usati della Caritas nella serata di martedì 19 maggio, a Boltiere, nella Bassa bergamasca. Al momento del tragico incidente il piccolo era da solo. Ad accorgersi per prima di quanto accaduto è stata una signora di passaggio che ha dato l’allarme: “Una scena orribile”, ha detto più tardi la donna ai carabinieri.
Dalle prime ricostruzioni è emerso che Karim ha tentato di raggiungere scalzo il cassonetto in via Monte Grappa, il tratto urbano dell’ex statale 525 Bergamo-Milano. La donna ha lanciato l’allarme e sul posto sono intervenuti subito i soccorsi: un’ambulanza, un’automedica del 118 e i vigili del fuoco per estrarre il bambino dal cassonetto. Trasportato in condizioni disperate all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Karim è morto in serata. Nonostante gli sforzi dei medici, le ferite da schiacciamento erano troppo gravi.
“Questo dolore scuote l’intera comunità di Boltiere – ha commentato il sindaco Osvaldo Palazzini – “il dolore per quanto avvenuto spezza il cuore a tutti. La famiglia di Karim è molto conosciuta, vive vicino al municipio”. E aggiunge: “Mi sento di dover dire che è stato fatto quanto era possibile. Seguivamo le disposizioni del Tribunale. C’era un’udienza fissata a fine maggio e spostata poi a ottobre. Noi abbiamo dato la casa e tutte le agevolazioni e contributi di cui disponiamo. Spesso la polizia locale e gli assistenti sociali bussavano alla porta ma era difficile farsi aprire. Solo lo scorso ottobre siamo riusciti a incontrarli e avviare un dialogo”.
Secondo quanto raccontano i vicini di casa ad uccidere Karim è stata la povertà estrema nella quale viveva. “Da anni segnalavamo i problemi — spiega un vicino di casa al Corriere della Sera —. L’amministratrice di condominio più volte ha presentato esposti, l’ultimo settimana scorsa”. “Quei bambini erano sempre in giro da soli — aggiunge la moglie —. Temevamo che prima o poi succedesse qualcosa”.
“Karim veniva all’oratorio e d’estate i Servizi sociali lo avevano iscritto al Cre. Era un bambino allegro, talvolta risentiva della fatica della condizione famigliare, ma non era certo problematico. In un anno e mezzo non si è mai riusciti a incontrare i genitori. La parrocchia e il centro di primo ascolto della Caritas li aiutano ma non è facile per la loro chiusura”, racconta al Corriere il curato di Boltiere don Luca Conti.
“Abbiamo cercato di capire che lezione ci ha lasciato — spiega invece l’insegnante Maria Luisa Faleschini —. Karim aveva voglia di giocare con tutti e soprattutto c’era il suo sorriso aperto e grato per le piccole cose che insegnava cosa era la felicità. Sorrideva perché riusciva a completare un esercizio o perché qualcuno gli faceva dono di una penna. Passava la giornata con le forbici e la colla in mano ritagliando fogli che diventavano anelli o braccialetti o semplici biglietti con scritto sopra “ti voglio bene” e poi ce li regalava”.
La famiglia di Karim Bamba è seguita dai Servizi sociali del Comune di Boltiere. Il padre della Costa d’Avorio, la madre nata a Palermo, Karim aveva altri fratellini di 11, 7, 4 e 2 anni. Il cassonetto della Caritas è sotto sequestro e sarà sottoposto a perizia.