Inchiesta Juventus, chiesto il processo per Andrea Agnelli e altri 12 indagati
Inchiesta Juventus: chiesto il processo per Andrea Agnelli e altre 12 persone
Andrea Agnelli e altre 12 persone, ovvero il resto dello staff dirigenziale dimissionario della Juventus, andranno a processo nell’ambito dell’inchiesta sui bilanci della società.
I pm della procura di Torino Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello hanno inviato al gip la richiesta di rinvio a giudizio nella mattinata di giovedì 1 dicembre.
Il processo è stato richiesto per 13 dei 16 indagati iniziali: escono di scena, infatti, i tre componenti del collegio sindacale, Silvia Lirici, Nicoletta Paracchini e Paolo Piccatti, per i quali si va verso l’archiviazione.
Oltre all’ex presidente Andrea Agnelli e al suo vice, Pavel Nedved, è stato richiesto il rinvio a giudizio per Fabio Paratici, Marco Re, Stefano Bertola, Stefano Cerrato, Cesare Gabasio, Maurizio Arrivabene, Francesco Roncaglio, Enrico Vellano, Stefania Boschetti e Roberto Grossi.
Le 13 richieste di rinvio a giudizio saranno notificate nei prossimi giorni mentre i capi di accusa sono quelli di falso in bilancio, aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza Consob e false fatturazioni.
Al centro dell’indagine vi sono le plusvalenze artificiali per 155 milioni di euro, le notizie false sulla manovra stipendi, le perdite di esercizio inferiori a quelle reali. False comunicazioni sociali, manipolazione del mercato, dichiarazioni fraudolente con utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e ostacolo alle autorità di vigilanza.
Accuse dalle quali la Juventus è certa di potersi difendere, dimostrando la correttezza del proprio operato. In un comunicato ufficiale, infatti, il club ha dichiarato che “sulla base di un solido set di pareri di primari professionisti legali e contabili il board di Juventus è pervenuto, con compattezza, alla conclusione unanime da parte dei nove consiglieri in carica alla data del 28 novembre 2022, che il trattamento contabile adottato nei bilanci contestati rientra tra quelli consentiti dagli applicabili principi contabili, e le contestazioni della Procura non paiono fondate”.