Assange, decine di comuni italiani conferiscono la cittadinanza onoraria al fondatore di Wikileaks
Molte città si sono mobilitate per liberare Julian Assange, da anni in un carcere di massima sicurezza nel Regno Unito in attesa dell’estradizione negli Usa dove rischia fino a 175 anni di carcere per aver pubblicato 700mila documenti segreti Usa riguardanti, tra l’altro, le guerre in Afghanistan e Iraq e il carcere di Guantanamo
Prima Napoli poi Reggio Emilia e presto Bari, Roma, Pescara, Catania e Campobasso, ma non Milano: decine di città italiane si sono mobilitate per liberare Julian Assange, conferendo al fondatore di Wikileaks la cittadinanza onoraria.
Assange è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nel Regno Unito, dall’aprile 2019, in attesa dell’estradizione negli Usa dove rischia una lunga pena detentiva per aver rivelato, tra gli altri, i presunti crimini di guerra commessi dagli Usa durante le guerre in Afghanistan e Iraq e le condizioni dei detenuti nel carcere di Guantanamo, documentati nei 700mila file riservati pubblicati da Wikileaks a partire dal 2010.
Il 20 e 21 febbraio si terrà l’ultima udienza presso la High Court di Londra: se il ricorso del fondatore di Wikileaks sarà respinto, Assange potrà soltanto rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo prima di essere estradato negli Usa.
Intanto però in Italia la mobilitazione per la sua liberazione non si è mai fermata e parte dal basso. Secondo il Comitato Free Assange Italia, associazioni, comitati e Comuni hanno chiesto al Governo di riconoscere ad Assange lo status di rifugiato politico, mentre nel 2022 l’Ordine dei Giornalisti gli ha concesso il tesserino da professionista. Il 30 giugno scorso poi, persino Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano la moglie Stella Morris e i due figli.
Molte città, come mostra la mappa, hanno cominciato l’iter per conferire ad Assange la cittadinanza onoraria. La prima proposta è arrivata nel 2022 da Lucera, mentre il giornalista australiano risulta già cittadino onorario di Napoli e Reggio Emilia. Presto anche la Capitale e altre grandi città e capoluoghi seguiranno lo stesso esempio come stanno facendo Pinerolo, Marcellinara, Pescara, Castelnuovo Cilento, Passignano sul Trasimeno, Catania, Monterotondo, Montegabbione, Chiusi, Campobasso, Castelfranco Emilia, Ferrara, Modena, Savona, Bari, Strambinello e Vicovaro. Ultima in ordine di tempo Bologna dove il Consiglio comunale sarà presto chiamato a esprimersi a riguardo.
Fa eccezione Milano, dove nel maggio 2022 i Verdi portarono una proposta simile in Consiglio comunale ma i rappresentanti del Partito democratico (Pd) si opposero sostenendo che “uno Stato ha il diritto di secretare i documenti”. Da allora, l’assemblea del capoluogo lombardo non ne ha più discusso. Così come il nostro Parlamento che nel 2021 votò contro il riconoscimento dello status di rifugiato politico ad Assange.