L’italiano che ha vinto il premio internazionale più prestigioso al mondo per violinisti
Il ventenne Giuseppe Gibboni vince il premio internazionale "Paganini Prize". Ma la notizia scompare dai media e nessuno se ne accorge
Il 2021 è stato un anno di vittorie emozionanti e di un sostanziale riscatto per l’immagine dell’Italia nel mondo, ma i nostri quotidiani nazionali hanno la tendenza scellerata di trascurare e talvolta dimenticare tutte quelle notizie che non riguardano direttamente le solite voci sport e politica e riguardano pericolosamente la categoria cultura – quella vera – pure se si tratta di primati ambitissimi e traguardi di massima rilevanza a livello globale. O meglio, spesso è proprio dall’estero e dai contesti internazionali che riprendiamo alcune notizie importanti che ci fanno inorgoglire e accorgere della molteplicità delle nostre eccellenze, come nel caso del recente Nobel per la Fisica assegnato a Giorgio Parisi, il fisico teorico dell’Università la Sapienza di Roma, per le sue ricerche sui sistemi complessi.
Dopo l’ascesa di Super Mario, il successo internazionale dei Måneskin all’Eurovision, la vittoria degli Azzurri agli europei, la finale di Berrettini a Wimbledon e i successi alle Olimpiadi di Tokyo, nella tarda notte di domenica 24 ottobre, a Genova, l’Italia ha coronato la sua scia di successi e riconoscimenti nel panorama mondiale, lasciando (forse) il suo ultimo segno in quest’anno vittorioso. Grazie a una tecnica eccezionale e a una padronanza totale dello strumento – un Carlo Giuseppe Testori del 1710, ricevuto in prestito dalla Fondazione “Pro Canale” di Milano – il neoventenne salernitano Giuseppe Gibboni ha (stra)vinto la 56esima edizione del “Paganini Prize”, il massimo riconoscimento internazionale per i violinisti, riportando in Italia il premio dopo ben 24 anni. All’indomani però, solo alcune testate locali hanno riportato la notizia che era stata consacrata una nuova stella nel mondo violinistico internazionale. Un silenzio stampa assordante, che… Continua a leggere l’articolo sul settimanale The Post Internazionale-TPI: clicca qui.