Il 37% degli italiani non ha intenzione di vaccinarsi contro il Covid
L’epidemia da Covid-19 corre in Europa e nel mondo. I Paesi attendono ansiosi il vaccino, che appare sempre più l’unica via di salvezza. L’Ema ha rotto gli indugi e ha annunciato sul suo sito di aver avviato la rolling review, la procedura accelerata, per l’approvazione del vaccino anti Covid 19, quello di Oxford a cui si lavora anche in Italia. Ma nella forsennata corsa al vaccino che vede centinaia di candidati in tutto il mondo, notizie, annunci e indiscrezioni si susseguono frenetici. Più o meno attendibili più o meno rassicuranti, o addirittura inquietanti. Come quella riportata dal New York Times, secondo cui il governo cinese starebbe procedendo alla somministrazione su larga scala di tre vaccini senza attendere la conclusione dei trial clinici. Primi a essere inoculati i dipendenti pubblici e il personale delle farmaceutiche produttrici dei vaccini, a seguire gli insegnanti, i lavoratori dei supermercati e chi viaggia in aree a rischio.
Mentre un vero vaccino contro il Covid non è ancora stato creato e messo in commercio, si registra che, al di là della percezione, gli italiani interessati a una vaccinazione non siano poi tantissimi. Stando al sondaggio dell’Atlante politico riportato su Repubblica, alla domanda “sei disponibile a sottoporti al trattamento anti-Covid?”, il 37% degli intervistati risponderebbe di no. I risultati del sondaggio rilevano che la maggioranza, oggi, si metterebbe in lista, ma registrano anche una crescente diffidenza. Quasi sei italiani su dieci si dicono pronti a vaccinarsi il prima possibile (59%): non appena saranno terminate le sperimentazioni e completato l’iter di autorizzazione.
Ma, come detto, il 37% degli intervistati non è intenzionato a vaccinarsi, e tale quota è lievitata di oltre dieci punti rispetto alla scorsa primavera (26%). Sotto il profilo socio-demografico, la disponibilità risulta molto più ampia tra gli uomini (70%) rispetto alle donne (50%); tra gli under 30 (68%) e gli over-65 (67%), mentre si contrae leggermente nelle fasce centrali d’età. Si tratta di coordinate sociali che riproducono, in parte, il diverso impatto del virus. Ma anche il desiderio, da parte dei settori più giovani, di tornare a una condizione di normalità.
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