L’Italia addestra i caccia bombardieri israeliani nei nostri cieli. “Guerini chiarisca”
Sei caccia stealth F-35 israeliani sono atterrati in Italia la scorsa settimana per prendere parte a un'esercitazione aerea di due settimane con la nostra aeronautica
Sei caccia stealth F-35 israeliani sono atterrati in Italia la scorsa settimana per prendere parte a un’esercitazione aerea di due settimane con la nostra aeronautica, insieme a quelle degli Stati Uniti e del Regno Unito, in quella che viene definita da Israele stesso, una “storica opportunità per addestrare i propri piloti alle prossime guerre in Medio oriente, Iran in testa”.
Un alto ufficiale dell’aeronautica israeliana ha riconosciuto che parte di questa esercitazione – soprannominata Falcon Strike 2021 – è destinata a preparare i piloti israeliani contro le forze iraniane. “L’Iran è nel nostro obiettivo”, ha detto l’alto ufficiale parlando in anonimato al Times of Israel.
“Sebbene gli F-35 israeliani hanno preso parte a esercitazioni internazionali in passato, questa sarà la prima volta che il velivolo volerà insieme agli F-35 di altri tre paesi”. Sempre secondo il quotidiano israeliano, oltre ai nuovi caccia di Lockheed Martin, a “Falcon Strike 21” prenderanno parte i cacciabombardieri F-16 USA (sicuramente provenienti dalla base di Aviano, Pordenone), un aereo-spia Gulfstream “Etam” e due aerei da rifornimento Boeing “Re’em” dell’aeronautica israeliana, due velivoli-tanker KC767 e HC130 e un velivolo da ricognizione Gulfstream “Eitam” dell’Aeronautica italiana e l’aereo da rifornimento britannico Voyager A330. Secondo fonti IAF un gran numero di batterie di missili terra-aria verrà utilizzato nell’esercitazione contro i caccia #F35 per creare “un’atmosfera piena di minacce”.
Sarà la prima volta in cui F-35 italiani si eserciteranno con quelli israeliani. Secondo fonti IAF un gran numero di batterie di missili terra-aria verrà utilizzato nell’esercitazione contro i caccia F-35 per creare “un’atmosfera piena di minacce”. I caccia israeliani F-35 parteciperanno a due sortite quotidiane. Nella prima gli aerei voleranno con gli americani, mentre nella seconda voleranno con le forze aeree britanniche e italiane. Durante queste missioni, i piloti israeliani simuleranno attacchi aerei su obiettivi dietro le linee nemiche e missioni di supporto terrestre, mentre voleranno su terreni non familiari. Oltre a contrastare le minacce dei missili terra-aria, i velivoli israeliani prenderanno parte a vere e proprie battaglie aeree”. Dodici giorni di esercitazioni aeronavali con l’uso dei più avanzati sistemi missilistici in un’area geografica che dai poligoni della Sardegna si estende sino alla Campania, alla Basilicata e alla Calabria, al Golfo di Taranto e al mar Ionio.
“Tra gli aspetti più controversi c’è il fatto che sia presente Israele, che ci siano delle esercitazioni militari tra Italia, Regno Unito e Stati Uniti, fa parte della normale di esercitazione. Ma qui c’è una questione diversa: un’esercitazione militare con una vera simulazione di guerra. Pensarla con Israele in un’azione verso l’Iran è un problema molto grosso, tutta questa materia va spiegata”, afferma Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL) di Brescia. “Cosa ci fa qui Israele? Il ministero della Difesa venga a spiegarlo in Parlamento. Parliamo di un Paese su cui l’Onu ha deciso di aprire un’indagine per possibili crimini di guerra, rispetto a quando accaduto nelle settimane scorse sulla Striscia di Gaza. Ci si dimentica troppo spesso della norma internazionale, per vicende di alleanze e geostrategie. Per questo chiediamo che venga spiegato perché Israele è presente in questo tipo di esercitazioni, per quali scopi e quali finalità e quali modalità”, prosegue Beretta.
“Chiediamo inoltre se c’entra o meno la questione dell’Iran. E soprattutto, chi ha ritenuto fosse opportuno in questo momento invitare le forze aree di un Paese sotto indagine internazionale per possibili crimini di guerra. In base a quali norme e quali criteri internazionali venga considerata questa un’esercitazione di routine, un’esercitazione cui aderisce anche Israele che non fa parte della Nato né dell’Unione europea”, conclude Beretta.
Gli aerei affronteranno una flotta di velivoli italiani operanti come una “squadra rossa” che simula l’aeronautica nemica, tra cui Eurofighter Typhoon, caccia AMX International, tornado Panevia, droni Predator ed elicotteri Bell Augusta. Durante l’esercitazione, che si svolgerà sia in territorio italiano che nel Mar Mediterraneo, verrà utilizzata anche la portaerei britannica HMS Queen Elizabeth.
La formazione si svolgerà dal 6 giugno al 17 giugno. Sebbene i jet israeliani F-35 abbiano partecipato in passato ad esercitazioni internazionali, questa è la prima volta che volano insieme agli F-35 di altri tre Paesi. L’IAF ha acquisito i suoi primi caccia F-35 nel dicembre 2016 e nel suo quarto anno ne ha aggiunti altri due alla sua flotta nei gruppi due e tre. Entro il 2024 si prevede che altri 23 jet F-35 riempiranno l’attuale flotta di 50 velivoli dell’IDF, anche se i funzionari israeliani affermano che intendono acquistarne altri.