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Bergamo, a marzo aumento del 382% di morti rispetto al 2019, ad Alzano +1.020%: i numeri (da brividi) dell’Istat

Immagine di copertina
Credits: ANSA/ FILIPPO VENEZIA

I dati riguardano i decessi per qualsiasi causa e non solo per il Covid, ma non lasciano dubbi: tra il 1 marzo e il 4 aprile 2020 c'è stato un boom rispetto agli anni precedenti. Soprattutto nelle zone più colpite dal virus

A marzo a Bergamo +382% di morti rispetto al 2019: numeri Istat da brividi | Coronavirus Italia

Per la terza volta dall’inizio della pandemia di Coronavirus, l’Istat ha aggiornato la sua stima del numero dei morti complessivi in Italia: questa volta il periodo di riferimento è dal 1 marzo al 4 aprile 2020. La rilevazione, che riguarda i decessi nel nostro Paese per qualsiasi causa e non soltanto per il Covid, fa poi il paragone con il dato medio relativo allo stesso periodo degli anni 2015-2019. Ed è in questo confronto che si manifesta, in tutta la sua drammaticità, l’impatto devastante del Coronavirus. Soprattutto se si guarda ai dati dei singoli comuni più colpiti, quelli del Nord Italia.

I dati dei singoli comuni

Tra il 1 marzo e il 4 aprile 2020, infatti, oltre la metà dei comuni del Nord hanno registrato almeno un raddoppio del numero dei decessi (ricordiamo, per qualsiasi causa e non solo per il Coronavirus). A guidare questo triste elenco,  per quanto riguarda le grandi città, è prevedibilmente Bergamo (+382,8 per cento), seguito da Crema (+322 per cento) e Piacenza (+309,1 per cento). E Poi Cremona (+286,6), Lodi (+261,5) e Brescia (+203,8). Altre grandi città hanno almeno raddoppiato il numero dei morti rispetto agli anni precedenti: stiamo parlando di Parma (+164,3), Biella (+154,5), Imperia (+ 127,5) e Aosta (+102). Un po’ più contenuti gli aumenti a Como (+86,4), Varese (+70), Genova (+54,4) e Milano (+49,3). Relativamente bassi, invece, i dati relativi a città come Bologna (+22) e Verona (+21,4).

La differenza di morti a Bergamo tra 2019 e 2020

Per quanto riguarda i centri più piccoli, significativo il dato relativo a Codogno (nel Lodigiano, con un +384 per cento di morti), che è stato il primo focolaio di Coronavirus in Italia. Nel Bresciano, fa impressione il piccolo comune di Corte Franca, (7.200 abitanti) che ha registrato un aumento del 2.700 per cento della mortalità. Ma come Verderio, sono tanti altri i piccoli comuni che hanno avuto impennate dei decessi. Per citarne solo alcuni, Alzano Lombardo e Nembro (al centro di un’inchiesta in più puntate di TPI sulla mancata istituzione di una Zona Rossa nell’area) hanno registrato rispettivamente aumenti del 1020 e dell’805 per cento.

istat morti italia
La differenza di morti ad Alzano Lombardo tra il 2019 e il 2020
La differenza di morti a Nembro tra il 2019 e il 2020

Le differenze tra uomini e donne

Come si è più volte ripetuto nelle scorse settimane, ci sono delle differenze abbastanza macroscopiche anche sull’impatto del Coronavirus sui pazienti uomini e sulle donne. E, ovviamente, in base alla fascia d’età a cui essi appartengono. Secondo la rilevazione dell’Istat, i maggiori incrementi dei decessi si registrano tra gli uomini e soprattutto nelle persone con più di 74 anni. Una differenza molto più evidente al Nord che nelle altre zone d’Italia: qui, infatti, per gli uomini si osserva un incremento dei decessi del 158 per cento a fronte del 105 per cento per le donne di 75 o più anni.

istat morti italia

Cosa ci dicono i dati Istat sui morti tra marzo e inizio aprile

Nell’analisi dell’Istat si nota un aumento sostanziale dei decessi nel nostro Paese a partire dalla fine di febbraio e dalla prima settimana di marzo. Una crescita concentrata soprattutto nei comuni del Nord e del Centro in cui la pandemia da Coronavirus si è diffusa di più. Ne consegue che, sebbene l’Istituto di statistica precisi che i dati sono relativi alle morti per qualunque causa, il Covid abbia avuto un ruolo preponderante in questo aumento così concentrato.

Preoccupa soprattutto la zona di Bergamo, dove il numero totale dei decessi è passato da una media di 141 casi nel 2015-2019 a 729 nel 2020. Incrementi della stessa intensità, quando non superiori, interessano la maggior
parte dei comuni della provincia bergamasca. Situazioni particolarmente allarmanti si riscontrano anche nella provincia di Brescia, nel cui capoluogo i decessi per lo stesso periodo sono triplicati: da 212 nel 2015-2019 a 638 nel 2020.

Lo studio dell’Istituto di statistica è stato condotto su una lista di 1.689 Comuni che “viene ampliata settimanalmente e che in alcun modo possono essere considerati un campione rappresentativo della intera popolazione italiana”. Questi comuni, circa un terzo del totale di quelli iscritti all’Anagrafe nazionale, sono quelli che hanno registrato almeno dieci decessi dal 4 gennaio al 4 aprile e soprattutto, nel confronto con gli anni passati, hanno un aumento dei morti pari o superiore al 20 per cento.

A questo link potete trovare il report completo dell’Istat.

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