Ma in Italia (e in Europa) mangiamo insetti da anni senza neppure accorgercene
Li ingeriamo da sempre e non ce ne siamo mai accorti (né lamentati), mangiando yogurt alla fragola, caramelle o bevendo succhi di frutta e aperitivi. Parliamo sempre di insetti, che evidentemente non destano tanta attenzione quanto i grilli e le locuste. È il colorante E120, conosciuto anche come “carminio” o “acido carminico”, estratto dalla cocciniglia. Proprio quella che infesta le piante, pericolosa soprattutto per aceri, ficus, rododendri e magnolie ma non per il consumo alimentare umano, finché assunta nelle dosi giornaliere accettabili.
Se l’autorizzazione al consumo nell’Unione europea della polvere di locuste migratorie (in vigore dal novembre 2021), larve gialle della farina (dal febbraio 2022), vermi della farina minore e grilli domestici (dal gennaio 2023) ha destato stupore (e scalpore) nel pubblico, l’utilizzo della cocciniglia nel settore alimentare va avanti da decenni e, contrariamente ai casi suddetti, non è certo per motivi ambientali o nutrizionali ma per ragioni puramente estetiche.
L’acido carminico non possiede infatti alcun apprezzabile valore nutritivo, la sua unica funzione è quella di colorare di un bel rosso acceso i nostri cibi e per farlo è necessaria una vera e propria strage di insetti. La produzione dell’E120 avviene grazie alla polverizzazione di esemplari femmine essiccate e bollite, allevate generalmente su piante della famiglia dei cactus, come i fichi d’India. Per produrre meno di mezzo chilo (una libbra) di questo colorante in polvere, secondo l’organizzazione animalista Peta, sono necessari circa 70mila insetti. Non solo per uso alimentare: l’additivo è infatti utilizzato con la sigla CI 75470 anche in cosmesi, soprattutto per i rossetti. Escluse le associazioni a tutela degli animali però nessuno sembra essersi lamentato troppo, anzi.
Tra il 2009 e il 2016, l’uso alimentare dell’E120 è stato sottoposto a valutazione dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che lo ha classificato come non nocivo se assunto nelle dosi consigliate, pena possibili reazioni asmatiche o allergiche dovute alle proteine contenute negli insetti che, durante il processo di lavorazione, possono confluire nel colorante. Al contrario, uno studio condotto nel 2007 dall’Università di Southampton ha segnalato la possibilità che i coloranti artificiali alternativi all’acido carminico, come l’E124 e l’E122, siano correlati al disturbo da deficit di attenzione/iperattività, tanto che l’Efsa ha ridotto la dose giornaliera accettabile di questi additivi. Ma nessuno si è scandalizzato.