L’Inps le blocca la pensione per un caso di omonimia: “Deve dimostrare di non essere morta”
L’Inps le blocca la pensione per un caso di omonimia: “Deve dimostrare di non essere morta”
La pensione le arrivava regolarmente da 18 anni. A fine giugno lo stop improvviso: secondo l’Inps Mariacristina Fornelli Bardina, ex insegnante del torinese, risultava morta dal 15 del mese. Per continuare a ricevere l’assegno avrebbe dovuto dimostrare di essere ancora in vita.
“Ho dovuto chiedere al comune di produrre e rilasciarmi quella che si chiama ‘dichiarazione di esistenza in vita’”, ha raccontato a La Stampa la 70enne, omonima di un’altra donna deceduta il 15 di giugno. A seguito del decesso, comunicato dall’Asl, l’Inps aveva provveduto al blocco automatico della pensione dell’ignara residente di Balangero, piccolo comune della città metropolitana di Torino. Una volta confermato lo scambio di persona, la 70enne ha inviato il documento rilasciato dal suo comune prima alla banca (“altrimenti mi avrebbero bloccato il conto corrente”) e poi anche all’Inps, sia alla sede di Torino che di Roma. “Questo sempre tra una telefonata e l’altra, sperando che l’iter si sbloccasse”, ha detto. invece la pensione non è arrivata neanche a fine luglio.
La situazione si è sbloccata solo quando la signora, in pensione dal 2004, ha deciso di denunciare il caso alla stampa. Secondo l’Inps, la donna ha già ricevuto la pensione di luglio, mentre riceverà l’accredito di agosto il 10 del mese. L’Istituto ha sottolineato che “pone grande attenzione sull’acquisizione dei dati, al fine di evitare l’indebito pagamento di ratei di pensione non spettanti a seguito del decesso dei titolari”.