Incinta del suo studente 13enne, prof condannata per violenza sessuale
La corte d’appello di Firenze ha condannato una 35enne di Prato a sei anni, cinque mesi e 15 giorni con l’accusa di violenza sessuale per aver avuto un rapporto con un 13enne, a cui dava ripetizioni, da cui è rimasta incinta. Il marito è stato assolto: il tribunale lo aveva condannato in primo grado a un anno e otto mesi per alterazione di stato, essendosi attribuito la paternità del bambino pur sapendo, secondo l’accusa, che non era il suo.
I fatti risalgono al 2018: la donna, ex operatrice sanitaria, aveva 30 anni e aiutava il figlio di una sua amica, all’epoca 13enne, con l’inglese. Secondo quanto ricostruito nelle indagini, coordinate dalla procura di Prato, l’insegnante in quelle occasioni avrebbe avuto una serie di rapporti con il ragazzino ancora tredicenne. Una volta rimasta incinta, avrebbe usato la gravidanza come strumento di ricatto nei suoi confronti, minacciandolo di raccontare a tutti la verità se fosse stata abbandonata e di togliersi la vita se lui si fosse negato.
Dopo un anno e mezzo di silenzio, l’adolescente ha deciso di aprirsi con un allenatore e con i genitori, che hanno denunciato l’insegnante e fatto scattare le indagini. “Aspettiamo di leggere le motivazioni della decisione. Fin dall’inizio sapevamo che questo processo si sarebbe celebrato in tre gradi di giudizio”, hanno dichiarato gli avvocati della difesa lasciando l’aula del tribunale insieme alla donna e al suo compagno. “Non c’è alcuna prova che i rapporti sessuali siano iniziati a giugno”, ovvero pochi mesi prima del compimento dei 14 anni dell’adolescente, ha continuato il legale.
“Questo processo paga lo scotto che l’imputata è donna: e quello che viene considerato accettabile eticamente per un uomo, un rapporto consenziente con una quattordicenne, viene considerato devastante laddove invece si tratti di una donna. Dal punto di vista morale la mia assistita ha sbagliato. Ma lei stessa da questa vicenda ha avuto la vita devastata”, ha aggiunto. Per gli avvocati della famiglia del ragazzo, invece, la trentaquattrenne “ha di fatto sequestrato la vittima, tra l’altro figlio di una sua amica. Lo ha legato a sé e ha sperato di rimanere incinta, vero è che era delusa di un primo esito negativo del test di gravidanza e lo ha poi ripetuto a una settimana di distanza”.