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Incidente di Roma, la testimonianza dell’amico di Pietro Genovese: “Ero sull’auto con lui, non era ubriaco”

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Pietro Genovese era alla guida dell'auto che nella notte del 21 dicembre ha ucciso le due sedicenni Gaia e Camilla lungo corso Francia, a Roma

Parla Davide Acampora, uno dei due amici di Genovese che erano sul Suv quando sono state investite le due sedicenni Gaia e Camilla: "Pietro aveva bevuto ma non era certo ubriaco"

A una settimana dal tragico incidente di Roma, nel quale hanno perso la vita due 16enni, spunta la testimonianza di uno dei ragazzi che erano a bordo dell’auto guidata da Pietro Genovese. “Non avevamo assunto droghe di alcun genere. Avevamo bevuto qualcosa, ma Pietro non era certo ubriaco”, ha riferito agli agenti della Polizia municipale Davide Acampora, amico di Genovese.

Al momento dell’incidente Acampora era seduto sull’auto nel posto davanti. “Sono stato il primo a scendere”, ha raccontato ai vigili che lo hanno interrogato, secondo quanto riferisce il Corriere della Sera. “Mi sono avvicinato alla ragazza, che ho trovato subito a terra nel luogo dell’incidente, e ho sentito che non respirava più. Poco più avanti mi sono accorto che c’era anche l’altra ragazza sull’asfalto”.

Il giovane è un amico di vecchia data di Pietro Genovese: i due si conoscono dalle scuole elementari. Sull’auto quella sera c’era anche un terzo ragazzo, Tommaso Edoardo.

“Eravamo andati a una festa con alcuni amici, poi ci siamo rimessi in marcia per tornare a casa”, racconta Acampora.

Il giovane è stato intervistato dal quotidiano romano Il Messaggero: “Quelle due ragazze sono sbucate all’improvviso, correvano mano nella mano”, ricorda. “Era impossibile evitarle. Pioveva, era buio, ma ricordo perfettamente cos’ è successo: ho visto due sagome apparire dal nulla e poi il corpo di una di loro rimbalzare sopra il cofano”.

Dopo aver investito le due 16enni, secondo i rilievi della Municipale, l’auto di Genovese si è fermata a circa 250 metri di distanza, sulla rampa d’accesso a via del Foro Italico.

L’amico di Genovese spiega poi. “Non potevamo inchiodare in mezzo alla strada”, precisa Acampora. “Dall’incidente al momento in cui ci siamo fermati saranno passati 5-10 secondi. Io sono sceso di corsa dalla macchina e ho visto il corpo di una delle due ragazze per terra, mi sono avvicinato per sentire il battito, non si muoveva. Poco più avanti mi sono accorto che c’era anche l’altra ragazza sull’asfalto. Subito dopo di me sono scesi Pietro ed Edoardo”.

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