Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 19:57
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

Covid, i pm di Bergamo: “Conte e Fontana avevano tutti gli elementi per decidere di estendere la zona rossa”

Immagine di copertina

Sia Attilio Fontana che Giuseppe Conte avevano “piena consapevolezza della circostanza che l’indicatore R0 avesse raggiunto valore pari a 2, e che nelle zone ad alta incidenza del contagio gli ospedali erano già in grave difficoltà”, ma nonostante ciò non estesero la “zona rossa” sulla Val Seriana, causando ritardi nelle misure restrittive grazie ai quali il Covid ha potuto diffondersi in maniera più capillare tra la popolazione.

Ne sono convinti i pm della Procura di Bergamo, che hanno iscritto nel registro degli indagati – tra gli altri – l’allora premier e leader del Movimento 5 Stelle, il presidente della Regione Lombardia recentemente rieletto, e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza.

I reati contestati, condivisi con esponenti del Comitato tecnico scientifico e dell’Istituto superiore di sanità, sono epidemia colposa aggravata, omicidio colposo, rifiuto d’atti d’ufficio e falsi. Le “omissioni” nella catena decisionale avrebbero portato a 4.148 decessi, secondo i pm Silvia Marchina e Paolo Mandurino, coordinati dal procuratore capo Antonio Chiappani e dall’aggiunto Cristina Rota.

Morti che si sarebbero potute evitare “se la zona rossa fosse stata estesa a partire dal 27 febbraio 2020”. Il provvedimento più restrittivo venne invece adottato “solo il 2 marzo 2020”. Ma in quel momento l’impennata dei contagi era già nota, così come l’impatto di quell’ondata sulle terapie intensive.

Conte e Fontana avevano a disposizione “tutti i dati per estendere le misure restrittive”: il piano Covid già prospettava “lo scenario più catastrofico”, con “un incremento giornaliero dei casi, nei cinque giorni precedenti, di circa il 30%”.

Il governatore lombardo con due “distinte mail del 27.2.20 e 28.2.20” chiese a Conte “il sostanziale mantenimento delle misure di contenimento già vigenti in Lombardia, non segnalando alcuna criticità relativa alla diffusione del contagio nei comuni della Val Seriana”.

Nei comuni di Alzano e Nembro vennero applicate misure più blande “nonostante avessero a disposizione tutti i dati per stabilire che in regione si sarebbe raggiunto il numero di mille casi dopo solo 8 giorni dal primo”.

L’INCHIESTA DI TPI SULLA MANCATA CHIUSURA DELLA VAL SERIANA PER PUNTI:

Ti potrebbe interessare
Cronaca / La presidente delle Comunità Ebraiche Italiane contro il Papa: “Ora è difficile invitarlo in sinagoga”
Cronaca / Misterioso furto a Manfredonia: rubati 70 metri di binari
Cronaca / Lutto nell’alta moda: Rosita Missoni è morta a 93 anni
Ti potrebbe interessare
Cronaca / La presidente delle Comunità Ebraiche Italiane contro il Papa: “Ora è difficile invitarlo in sinagoga”
Cronaca / Misterioso furto a Manfredonia: rubati 70 metri di binari
Cronaca / Lutto nell’alta moda: Rosita Missoni è morta a 93 anni
Cronaca / Milano: ragazza di 22 anni denuncia: "Violentata nella notte di Capodanno"
Cronaca / Bari: neonato trovato morto nella culla termica di una chiesa
Cronaca / Brescia, fermato un ragazzo di 19 anni per l’omicidio del 42enne durante il party di capodanno
Cronaca / Calciatore ex Genoa: "Picchiato sull'aereo dalla Polizia italiana". Era sulla black list di Israele
Cronaca / 1 gennaio 2025, supermercati e negozi aperti o chiusi oggi, Capodanno
Cronaca / È morto a 59 anni il chitarrista e cantautore Paolo Benvegnù
Cronaca / Incendio in un appartamento a Torino: muore una ragazza di 25 anni