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Incendi a Roma, Gualtieri: “C’è la mano dell’uomo”. Quattro maxi roghi in un mese

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Sono passati due giorni dall’ultimo incendio nella Capitale, in zona Centocelle, ed è ancora presto per fare ipotesi, ma “certo c’è la mano dell’uomo, poi si vedrà se sono episodi dolosi o colposi”, ha spiegato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, al Tg1. La procura, infatti, non esclude nessuna pista e si fa strada anche l’ipotesi del “terrorismo ecologico”. Le immagini delle dense nubi nere sui cieli della città sono numerose e molto vicine tra loro nel tempo. Solo quattro settimane fa l’incendio a Malagrotta. In meno di un mese, quattro maxi roghi hanno avvolto i palazzi, bruciato la vegetazione, costretto i cittadini a chiudere le finestre, da Centocelle a Balduina. Ma sono centinaia gli incendi che hanno colpito qualsiasi zona della città. Qualcuno doloso “è già stato accertato”, ha detto Gualtieri. Intanto sono stati rilevati nell’aria valori di diossina oltre i limiti di legge. Le centraline di Arpa Lazio hanno registrato le concentrazioni delle sostanze tossiche generate in seguito all’incendio nella zona di Centocelle. Il direttore generale di Arpa Lazio, Marco Lupo, ha spiegato che i dati verranno riportati all’Asl di riferimento che vedrà se e quali misure applicare. “Siamo fiduciosi che già dalle prossime ore i valori potranno tornare alla normalità”, ha detto.

I numeri dei fuochi sono altissimi. Il 4 luglio ce ne sono stati 100 in un solo giorno. Rispetto al 15 giugno – 3 luglio 2021, i roghi sono triplicati: nello stesso periodo nel 2022 ci sono stati 1750 interventi contro i 400 dello scorso anno. Nella Capitale c’è una vera e propria emergenza incendi che ha coinvolto in molti casi il settore dei rifiuti. Per affrontare il problema “si rafforzeranno le azioni di prevenzione in tutte le zone a rischio e come Roma Capitale interverremo con tre milioni di euro per un piano di potenziamento degli idranti, riapriremo al più presto, forse già domani, la discarica di Albano, perché siamo stati molto colpiti dall’incendio del Tmb (trattamento meccanico biologico) di Malagrotta, che ha messo in difficoltà il ciclo di raccolta dei rifiuti”, ha spiegato il sindaco di Roma. Il rogo del 15 giugno ha portato la Capitale a dover affrontare di nuovo l’emergenza della gestione dei rifiuti. Gualtieri ha poi aggiunto: “Come amministrazione andremo avanti sulla nostra decisione di dotare finalmente la città degli impianti di cui una grande capitale europea ha bisogno, perché il dato che Roma è priva di impianti, quindi una situazione fragilissima sul fronte dei rifiuti, è vergognoso e inaccettabile e noi non ci faremo intimidire”.

Il caldo e il vento degli scorsi giorni potrebbero aver alimentato le fiamme di un piccolo incendio partito a causa dell’incuria di qualche cittadino, così come potrebbe nascondersi un’unica mano o un’unica regia dietro a questi eventi. Il dato certo dell’incendio in zona Centocelle del 9 luglio è che le temperature non fossero così alte. Il caldo, infatti, aveva dato una tregua. “È chiaro che non c’è stata autocombustione – ha detto Sabrina Alfonsi, assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale, nel corso del sopralluogo nella zona dell’ultimo rogo – Sicuramente c’è la mano dell’uomo. Poi dobbiamo vedere se l’incendio è doloso o colposo. Lo diranno le autorità”. Ha aggiunto poi: che il movente sia mafioso “non possiamo dirlo. Il tema è che in quasi tutti gli incendi c’è di mezzo la filiera dei rifiuti. La zona da dove è partito questo incendio era stata demolita e sgomberata non più di un mese e mezzo fa e c’era un luogo di smistamento dei rifiuti. Da qui è iniziato il rogo, le fiamme hanno seguito la linea di questi rifiuti per arrivare poi agli autodemolitori”.

L’assessora ha spiegato che il Comune presenterà un esposto in Procura e ci sarà una relazione della protezione Civile. “Abbiamo deciso un maggiore coordinamento tra le forze dell’ordine non solo sulle indagini ma anche sul fronte della prevenzione degli incendi e del controllo del territorio”, ha detto. Gli investigatori dovranno infatti capire se tra i vari roghi ci sono delle analogie. Inoltre verrà fatta una mappatura delle zone più a rischio di fuochi e verrà rafforzato il sistema antincendio. “Stiamo lavorando per intervenire in maniera più funzionale nel senso di rivedere tutti gli idranti, stiamo comprando più autobotti, sia come dipartimento Ambiente sia come gabinetto del sindaco con la protezione civile”, ha spiegato Alfonsi.

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