Imprenditore morto schiacciato da forme di grana, la lettera dei figli: “Non ci hai mostrato amore”
“Speravamo rallentassi, non ci hai mostrato amore”. Una lettera dura quella letta dai figli al funerale di Giacomo Chiapparini, l’imprenditore agricolo morto, domenica scorsa, sotto il peso di quasi 17mila forme di Grano Padano nel suo magazzino di stagionatura. “Quante volte, papà, abbiamo sperato che rallentassi la tua corsa nella vita e quindi potesse rallentare anche la nostra, così da vedere cosa c’era fuori dal finestrino. Rallentando avresti potuto vederlo anche tu, capendo cosa c’era di importante oltre la tua attività”. Parole intense quelle lette nella chiesa di Romano di Lombardia dove, ieri mattina, si è svolta la cerimonia funebre.
I familiari, in primis la figlia Mary e il figlio Tiziano, hanno scelto di salutare il genitore senza sconti: “Ci hai fatto crescere sempre sollecitati a dare il massimo, a fare sempre al meglio quello che sapevamo fare — si legge nella loro lettera —. Ci hai forgiato alla vita, ai fatti pesanti della vita, e ne abbiamo avuti davvero tanti. Quanti scontri abbiamo avuto perché volevi sempre avere ragione tu e fare di testa tua. Ci dispiace che a noi figli tu non abbia mostrato l’amore attento e affettuoso come altri padri. Con i tuoi nipoti ti sei ammorbidito un po’ e così abbiamo capito che allo stesso modo amavi anche noi, ma sempre a modo tuo, nel tuo modo originale. Non hai mai puntato sul nostro lato sensibile perché lo faceva e lo fa la mamma. Hai puntato, invece, alla nostra tempra per prepararci alla vita”.
“Ci hai lasciati — conclude la lettera della famiglia — con le rotelle attaccate alla bici, liberi di andare ma sempre con te che ci davi sicurezza. Sei sempre stato sopra le righe e sopra le righe è stata la tua uscita di scena”.
A segnare la vita della famiglia Chiapparini fu la scomparsa vent’anni fa di Emanuele, il terzo figlio. “La tua fragorosa e rumorosa presenza è diventata una fragorosa e rumorosa assenza. Tu hai vissuto la vita che volevi, coltivando ambizioni che nessuno avrebbe mai immaginato e la tua famiglia ti ha dovuto seguire in questa corsa. Anche se iniziavi a sentire la stanchezza dell’età non ti sei mai risparmiato. Ora non so dove sei, ma sappiamo che a chi incontrerai, darai filo da torcere. Speriamo tu possa incontrare Emanuele e dirgli quanto lo amavi e quanto hai amato anche tutti noi”.