Impagnatiello, il legale: “Ha indicato dove si trova il coltello del delitto”. Poi rinuncia al mandato
Alessandro Impagnatiello, l’ex fidanzato di Giulia Tramontano, dal giorno del suo arresto per omicidio è detenuto a San Vittore. Nelle scorse ore il suo legale, Sebastiano Sartori, l’ha incontrato in carcere. “E’ da valutare la sfera psicologica”, le parole dell’avvocato che ha poi raccontato che il presunto killer “è sempre più lucido e ha preso coscienza” di quanto fatto. Poi, alla domanda se abbia avuto un pensiero per Giulia ha risposto: “Ma certo”.
Il barman 30enne ha poi ripetuto di aver fatto tutto da solo. Una delle cose che devono accertare gli investigatori è se sia stato aiutato a nascondere il corpo. “Lui lo esclude – ha detto Sartori alla Rai -. I dubbi degli investigatori, dovete chiederli a loro”. Il coltello usato per uccidere Giulia “non l’ha buttato. Ha detto specificatamente dove sia”.
Qualche ora dopo però Sebastiano Sartori, il difensore di Alessandro Impagnatiello, ha rinunciato al mandato. Il legale ha da poco depositato l’atto di rinuncia in Procura a Milano spiegando che “è stata una questione fra me e il mio assistito” senza aggiungere altro.
“Una perizia psichiatrica su Alessandro Impagnatiello sarebbe assurda. Egli ha un ‘io’ integro, consapevole, lucido e privo di qualsiasi disturbo”. Lo afferma Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che ha presentato la proposta di legge di modifica degli artt. 88 e 89 del codice penale che disciplinano l’infermità e la seminfermità mentale.
“Se vogliamo ancora una volta dare corpo all’equazione delitto uguale disturbo – continua Antoniozzi – procediamo pure, e del resto mi chiedo cosa debbano fare di diverso gli avvocati di difesa. Si tratta, però, di un malcostume che offende Giulia Tramontano e la sua memoria e che continua puntualmente a essere portato avanti in Italia con estrema puntualità ogni qualvolta ci troviamo dinanzi a un assassinio efferato”.