«Ho ricevuto minacce e gesti intimidatori ma se non ci impegniamo il riscatto non avverrà mai»: parla il sindaco di Bacoli
Con una raccolta differenziata al 90% Bacoli è il primo comune Plastic Free d'Italia. Lotta all'evasione, all'inquinamento, nuova vita per gli edifici confiscati alla camorra, rivalutazione del territorio ed esaltazione delle bellezze archeologiche. Ecco il miracolo compiuto dal giovane sindaco Josi Gerardo Della Ragione e dal suo team di meritevoli lontani dal clientelismo della politica
«Sono cresciuto in una realtà del meridione d’Italia dove, come in tante altre, ci lamentiamo per le cose che non vanno, ma se non ci impegniamo singolarmente il riscatto non avverrà mai. Ricordo il tempo in cui c’erano le montagne di rifiuti, non c’era neanche una mobilitazione, una manifestazione di protesta, che io ritengo un atto doveroso. Non è che verranno gli alieni a salvare Bacoli, il cambiamento deve partire da noi». Il sindaco Josi Gerardo Della Ragione ha solo 36 anni. E la forza di questi 36 anni si sente tutta: nelle sue intenzioni ma soprattutto nei risultati che ha raggiunto in questi anni insieme al suo team: «Persone giovani, scelte per le competenze e non per accontentare qualcuno».
Nel comune di Bacoli è avvenuto un piccolo miracolo. In questi anni di attività, l’amministrazione è riuscita a ridare spazi e vivibilità alla comunità: si è raggiunto il 90 per cento della raccolta differenziata facendo di Bacoli il primo comune plastic free d’Italia nel 2023. Tanti i beni confiscati alla camorra e restituiti ai cittadini, due su tutti: villa Ferretti, trasformata nella prima sede universitaria della città. Spiaggia libera e discesa sul mare e un’altra villetta in via Silio Italico, zona Bellavista, affidata alla Cooperativa sociale Proodos. E poi tante opere di recupero del territorio: come il restauro del “Pavimento con pesci”, parte di una villa monumentale che affacciava sul Lacus Baianus. Oggi, completamente sommersa. Una città romana coperta dal mare. Una meraviglia unica. E ancora, lotta all’evasione, ai parcheggiatori abusivi e ai furbetti dell’inquinamento.
Bacoli sorge al centro del golfo di Pozzuoli, circondato dal mare, in un territorio che non a caso era stato scelto dai greci prima e dai romani poi per i loro insediamenti civili e militari e di cui rimangono tracce straordinarie come la “piscina mirabilis”, la più grande e monumentale cisterna di acqua potabile mai costruita dagli antichi romani. A Bacoli c’è anche uno dei castelli aragonesi più belli d’Italia, costruito su un’antica villa romana. Bacoli è il comune italiano che sfrutta di più chi prende il reddito di cittadinanza per svolgere i puc, i progetti utili alla collettività. Grazie ai percettori del reddito di cittadinanza i parchi sono puliti e tenuti in ordine e così anche anche la bellissima villa comunale e la villa vanvitelliana, un gioiello del barocco, costruito sul lago Fusaro.
Questo giovane sindaco e il suo entourage amministrano dal 2019 ma la storia inizia molto prima: «La mia storia inizia a 22 anni, quando vengo eletto consigliere comunale di Bacoli, e svolgo il mandato per 5 anni», ci racconta. «Nel 2015, a 28 anni, vengo eletto sindaco con una coalizione civica fatta di consiglieri e assessori che non avevano mai svolto alcun incarico istituzionale. Da lì abbiamo iniziato il governo del territorio, l’amministrazione è caduta dopo un anno per motivi politici, questo ci ha fortificato nella misura in cui abbiamo imparato a scegliere meglio la classe dirigente, e così nel 2019 sono stato rieletto sempre con una maggioranza di liste civiche e oggi siamo al quarto anno di mandato». Il percorso è proseguito con non poche difficoltà: «Abbiamo ereditato una città con notevoli problematiche: era in dissesto economico e con una montagna di debiti (60 milioni di euro per una comunità di 26mila abitanti). L’aspetto più allucinante è che questo buco non era causato dall’acquisto di un bene per la comunità ma semplicemente perché non si riscuotevano i tributi locali. Molto spesso non perché le famiglie non pagavano ma perché una lunga serie di imprenditori avevano causato questo buco, ognuno di loro doveva al comune 5-600mila euro. E quindi abbiamo iniziato un’azione rigorosa per mettere in sesto il bilancio e devo dire quest’anno ne siamo usciti senza dover tornare indietro».
Ma come si sono mossi? È presto detto: «Abbiamo attuato una politica rigorosa che ha comportato anche la chiusura di attività commerciali, di lidi, di ristoranti, attività che pensavano di essere immuni dai controlli. E questo ha comportato varie conseguenze, tra cui minacce di morte ricevute personalmente al telefono la sera prima di essere proclamato sindaco, oppure l’arrivo in municipio di una busta contenente due proiettili. Tanta pressione indubbiamente».
Quando chiediamo a Della Ragione se non abbia mai avuto la tentazione di mollare di fronte a pesanti intimidazioni ci risponde così: «Sono a capo di una squadra e abbiamo la fortuna di governare una terra di straordinaria bellezza: 20 siti archeologici in 12kmq, due laghi, paesaggi mozzafiato, c’era il dovere di fare qualcosa, i risultati si vedono fortunatamente sia in un’ottica di sviluppo sostenibile, sia per il ritorno alla normalità come la pubblica illuminazione, la cura dei parchi pubblici». Ma aggiunge: «Io sento fortemente legato l’aspetto familiare e privato alla vita amministrativa perché prima come rappresentante d’istituto, poi con l’associazione FreeBacoli sono stato sempre impegnato nella comunità. È ovvio che le minacce pesano. Mi è capitato di svegliarmi la notte perché stavano incendiando la salumeria dei miei genitori, questo avveniva quando come consigliere comunale avevamo iniziato una serie di battaglie. Lo stesso è accaduto ad altri consiglieri comunali. È molto stressante, sia individualmente che da quando ho famiglia. D’altro canto sono dell’idea che chi nasce qui deve dare un contributo a questa terra, quindi lo sento come atto di dovere impegnarci nella comunità».
Questo giovane sindaco sa bene quanto importante sia poter amministrare in modo libero, senza condizionamenti: «Ho nominato la giunta liberamente, senza avere suggerimenti, per le loro competenze, così come i presidenti delle società partecipate. Questo paga: non dai seguito a una clientela ma a un ragionamento di merito».
Tra i beni più preziosi restituiti alla cittadinanza c’è villa Ferretti, oggi sede della Federico II. «Teniamo molto a questo risultato raggiunto prima di tutto perché è a mio avviso uno dei beni confiscati più belli d’Italia: una villa dell’800 realizzata su una villa imperiale romana che ha un parco pubblico e la spiaggia e affaccia sul parco archeologico sommerso di Baia, sul golfo dei campi flegrei. Questa villa era stata confiscata nel 1997, ma da allora fino all’anno scorso non era mai stata aperta ai cittadini, un brutto segnale per i cittadini. Noi invece abbiamo dimostrato che la legalità conviene, rappresenta una ricchezza per tutti».