Miriam morta investita da un’auto a Pieve del Grappa. Il padre: “Non ho sentito il telefono”. Il fidanzato: “Mi sento svuotato”
Tante le domande sulla morte di Miriam, la 22enne travolta da un’auto in via Vittorio Veneto e Pieve del Grappa la scorsa notte. Cosa ci faceva la ragazza alle 4 del mattino lungo quella strada buia, senza illuminazione, e in cui le auto sfrecciano ad alta velocità? I carabinieri stanno cercando di ricostruire la dinamica della tragedia. La madre Adriana ha raccontato: “Miriam stanotte si trovava a casa del suo ragazzo e lui, dopo una litigata, ha deciso di cacciarla via”: ha detto addolorata. Secondo la mamma, la 22enne, consapevole dell’orario, ha preferito incamminarsi da sola verso casa, a Fonte anziché svegliare e quindi allarmare lei o la sorella 18enne, Charlie (che studia all’università di Udine). Miriam avrebbe tentato una telefonata al padre (con cui vive, a One’) attorno alle 3 del mattino ma lui non si sarebbe svegliato: in precedenza i due si erano sentiti al telefono, verso le 23.40 e la ragazza lo aveva avvisato che avrebbe passato la notte fuori.
“Mia figlia mi informava di ogni suo spostamento. Purtroppo alle 3 non mi sono accorto che il telefono suonava, vivrò per sempre con questo rimorso”, ha raccontato il padre. Dunque l’elemento chiave, quello che innesca la tragedia, è la scelta di Miriam di allontanarsi dalla casa in cui doveva trascorrere la notte. Ed è stata sicuramente una scelta dettata da una ragione forte, visto Paderno del Grappa dove si trovava dista 5 chilometri e mezzo da Onè di Fonte dove abitava: un’ora e un quarto di strada a piedi. Quella del litigio con il fidanzato è più di un’ipotesi, che però il padre colloca a circa una settimana di distanza. “Con Enrico aveva litigato una settimana fa”, dice in lacrime.
L’impatto alle 4.30 è stato violentissimo. Sull’asfalto i segni di una frenata molto lunga, che fanno ipotizzare ai militari dell’Arma, coordinati dalla pm Mara Giovanna De Donà della Procura di Treviso, che la vettura in quel momento corresse ad alta velocità. Giovanardi, un lavoro da operaio, rimasto ferito e che i testimoni hanno sentito piangere, è stato arrestato con l’accusa di omicidio stradale aggravato. “Me la sono trovata davanti all’improvviso”, ha ripetuto agli inquirenti.
Solo la mattina il fidanzato ha saputo dal padre della ragazza cos’era successo. E ora teme la gogna partita sui social: “Ho ricevuto minacce di morte: c’è chi dà la colpa a me per ciò che è accaduto”. Lui e Miriam si erano conosciuti in un locale dove lei faceva la barista, i due erano legati da poco più di un mese. Il fidanzato adesso si dispera: “Mi sento come svuotato dentro”. Spiega che avevano passato la serata in pizzeria e che lei voleva rimanere in zona, come se avesse un presentimento: “Mi ha detto: ci sono in giro troppi ubriachi, non c’è da fidarsi”. Poi però avevano litigato e lei aveva deciso di andare via. “Ho provato in tutti i modi a convincerla a restare, l’ho pure seguita in auto assieme a mio fratello, ho insistito perché tornasse indietro”, dice il fidanzato che in questi giorni non può guidare e si muove con le stampelle dopo un incidente. Poi i due fratelli si sono allontanati per andare “a prendere le sigarette, sperando che nel frattempo si calmasse. Ma quando siamo tornati lei non c’era più. Ho pensato che si fosse fatta venire a prendere da qualcuno”.
Adriana, la madre della ragazza, invece sorprende tutti quando dice “perdono chi ha ucciso mia figlia”. Ragiona con lucidità: “Vivere nell’odio, covando rancore, non riporterebbe indietro la mia “tata”. In fondo quel ragazzo la sua vita se l’è già rovinata con le sue stesse mani”.