Il Gratta e vinci da 2 milioni contesto fra 3 ex amici, l’ultimo scontro in aula: “Ho grattato io, non divido niente”
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Il 22 febbraio a Garda vinse un Gratta e Vinci da due milioni di euro. Un bottino che però venne subito sequestrato dopo che due colleghi di lavoro ed ex amici denunciarono il 43enne Ricardo, nato in Brasile e residente dal 2018 nel Mantovano a Monzambano, per appropriazione indebita: «Quel tagliando superfortunato lo abbiamo acquistato insieme, quindi la vincita va suddivisa in tre – sostengono -. Tra noi c’era un patto ben preciso, avevamo anche contattato un notaio, ma Ricardo ci ha tradito e all’ultimo momento ha tentato di incassare da solo tutto il maxi malloppo».
Ieri, lunedì 15 gennaio, al banco degli imputati è finito il piastrellista-«paperone» Ricardo G. T. che ha spiegato: «Il tagliando da due milioni di euro? L’ho comprato io e l’ho grattato io. Dunque la vincita appartiene interamente al sottoscritto, non ci penso proprio a dividerla».
Ma i due colleghi di Ricardo non ci stanno. Giovanni S., 51enne bresciano, e Christian C., 62enne trentino residente nel Veronese, gli hanno fatto bloccare la vincita da due milioni dopo aver «saputo dai giornali» che Ricardo aveva riscosso «in solitaria» il malloppo «contravvenendo – dicono i due ex amici, costituiti parte civile con l’avvocata Barbara Sorgato – al patto di dividere in tre la vincita».
Ieri erano tutti e tre presenti in aula: clima ben più disteso, con i riflettori e soprattutto i microfoni puntati sul «paperone» brasiliano, difeso dall’avvocato Giovanni Chincarini. «Sono un appassionato di Gratta e Vinci, gioco “forte”», ha ammesso Ricardo. «Punto anche tre volte al giorno, non vado mai in perdita, con i soldi che vinco compro altri tagliandi». E svela: «Seguo le statistiche e i sistemi di Lottomatica, mi informo sui posti dove si vince dai mille euro in su, così poi faccio i miei calcoli…». Nonostante le due maxi vincite milionarie, «non ho ancora cambiato lavoro, mi piace e continuo a fare il piastrellista». Ma veniamo al punto-chiave: i due milioni, a chi spettano? «Quel giorno ho acquistato con i miei soldi a Garda cinque tagliandi da venti euro ciascuno, quando ho grattato il secondo ticket davanti a Gianni S. è risultato milionario… abbiamo fatto festa, chiamando anche Christian C… ho fatto fotografare loro il tagliando da due milioni, non credevo ci fosse malizia…». E poi? «Ho pensato di fare loro un regalo, 80mila euro a testa, l’equivalente del fatturato di un anno di lavoro.. a Gianni servivano i denti nuovi, Christian desiderava un’auto… non eravamo solo colleghi ma anche amici, quindi volevo fare loro un regalo».