“Pace proibita”: la serata-evento di Michele Santoro contro l’esaltazione delle armi come soluzione della guerra in Ucraina
Guerra in Ucraina, Michele Santoro presenta l’evento “Pace proibita”
Una serata di protesta “per opporsi alla deriva verso il pensiero unico e la resa dell’intelligenza”: è quanto prevede “Pace proibita“, l’evento presentato da Michele Santoro in cui diverse personalità del mondo della cultura e dello spettacolo si riuniscono per parlare della guerra in Ucraina e soprattutto chiedere lo stop dell’invio di armi a Kiev.
L’evento, in programma al Teatro Ghione di Roma nella serata di lunedì 2 maggio, sarà visibile in streaming a partire dalle ore 21.00 sulla pagina Youtube “Michele Santoro presenta” e sulla pagina Facebook e il sito di TPI, che proporrà anche approfondimenti e interviste ai protagonisti della serata.
Alla serata partecipano, tra gli altri, Fiorella Mannoia, Sabina Guzzanti, Elio Germano, Ascanio Celestini, Vauro Senesi, Emily Clancy, Cecilia Strada e Tomaso Montanari.
“Noi condanniamo senza se e senza ma l’invasione dell’Ucraina. Putin dovrà risponderne al suo popolo e alla Storia – si legge nel comunicato stampa di presentazione dell’evento – Per porre fine al massacro abbiamo di fronte due strade: affidarsi alla forza delle armi o mobilitarsi con un’azione nonviolenta per una trattativa immediata e una soluzione diplomatica”.
“Pensiamo che le armi siano la risposta sbagliata. Il nemico più grande è la guerra, la pretesa di sconfiggere Putin con una escalation militare, scalzandolo dal potere, comporta innumerevoli morti, sofferenze atroci tra i civili e un futuro di miseria per una moltitudine di persone”.
“Più di tutto ci preoccupa il possibile impiego di armi nucleari, che rappresentano una minaccia per l’insieme della vita sulla terra e una possibile sentenza di morte per l’umanità”.
“La parola pace è censurata. L’informazione non esprime la varietà di posizioni presenti tra l’opinione pubblica. La maggioranza contraria all’invio di armi viene sistematicamente ignorata. Per i media non c’è alternativa alla guerra, che rappresentano come uno scontro tra buoni e cattivi, dove la somma degli orrori cancella il ‘chi, dove, come, quando e perché'”.
“Il sangue delle vittime deve chiamare altro sangue per giustificare la necessità di una sconfitta definitiva dell’aggressore. È ora di dire basta alle armi e di agire in maniera nonviolenta, a partire dall’accoglienza dei profughi di ogni guerra. Creiamo una comunità determinata a far sentire la propria voce”.