Caso Greta Beccaglia, il molestatore si trasferisce in una località segreta: “Ora temo per mia figlia”
Andrea Serrani, l’uomo indagato per il reato di violenza sessuale dopo aver molestato la giornalista Greta Beccaglia, ha scelto di trasferirsi in un luogo segreto. A rivelarlo è Il Messaggero. “Non merito la gogna mediatica che si è scatenata contro di me – ha dichiarato al quotidiano romano -, non ho mai fatto male a nessuno e vivo la mia vita lavorando”. Il 45enne viveva a Chiaravalle, in provincia di Ancona, con la sua compagna e la figlia minorenne. Adesso dunque si troverebbe in una località segreta. Serrani dopo lo scandalo che lo vede coinvolto ha anche smesso di lavorare: gestisce infatti il ristorante Il Ranocchiaro.
La sua vita è cambiata in un attimo, dopo la scellerata pacca sul sedere data alla giornalista di Toscana Tv, mentre era in diretta, davanti allo stadio Castellani, al termine della partita Empoli-Fiorentina. L’uomo è indagato per il reato di violenza sessuale, per il quale il Codice Penale prevede la reclusione da 6 a 12 anni. Il locale “dovrebbe riaprire nel fine settimana – ha spiegato il legale -, adesso Serrani ha bisogno di riposare. Certo, nutre anche qualche timore per le conseguenze lavorative e le ripercussioni ma, per contro, ha la solidarietà di tanta gente”. Alcuni amici e clienti infatti hanno formato un gruppo di sostegno.
Intanto sui profili social personali di Serrani e sulle pagine del ristorante nelle ultime ore sono apparsi numerosi insulti per quanto accaduto, del tipo: “Un posto gestito da un molestatore seriale”. “Il suo gesto è stato grave e lui si è perfettamente reso conto dell’imperdonabile errore che ha commesso. Nessuno di noi intende minimizzare l’accaduto e tutti siamo molto sensibili al tema della violenza sulle donne ma mi sento di dire che il linciaggio mediatico a cui è sottoposto il mio assistito è esagerato, anzi, vergognoso”, ha spiegato il legale del 45enne, Roberto Sabbatini.
Dal canto suo il molestatore della giornalista prova a gettare acqua sul fuoco, parlando di un “gesto goliardico”, non una violenza: “Non ho mai fatto male a nessuno, vivo amando mia figlia, curando i tanti rapporti di amicizia che ho a Chiaravalle e altrove, ho un locale avviato che ho aperto con tanti sacrifici”. “Quello che mi fa davvero temere sono le conseguenze che potrei subire riguardo a mia figlia – ha aggiunto Serrani -. Mi fa piacere che qualche cliente mi abbia telefonato, rimproverandomi per il gesto, ma comprendendo il mio stato d’animo. Tutti sanno che non sono un violento”.
“Ho sbagliato, ma secondo me il gesto che ho fatto non comporta che io sia visto come un mostro da tutta Italia – dice ancora il tifoso a Rai2 – Non so nemmeno cosa mi sia passato per la testa, ma non c’era nessun tipo di malizia. E non ci sarà mai, perché non mi sono mai permesso di alzare le mani nei confronti di una donna. Mi sono pentito, ho sbagliato. Ho fatto una leggerezza e sto pagando più di quello che penso dovrei pagare. Se la Beccaglia fosse davanti a me, mi scuserei, non volevo turbarla o qualsiasi altra cosa. Il gesto è stato grave, ma arrivare da lì ad una molestia sessuale penso che ce ne passi. Se ci fosse stata mia figlia al suo posto? Mi sarei sicuramente arrabbiato, ma non avrei impiccato o messo alla gogna nessuno…”.
Greta Beccaglia nel frattempo è tornata a fare il suo lavoro, e ieri era regolarmente in onda fuori dallo stadio Franchi in occasione di Fiorentina-Sampdoria. La giornalista in ogni caso non ne vuole sapere di scuse e va avanti per le vie legali: “Ho già fatto il mio dovere denunciandolo, ho saputo che si è scusato ma non mi interessa. Il suo è stato un gesto grave. Ha toccato il mio corpo senza averne il permesso, è stato scioccante e io sono stata fortunata. Perché ero in diretta davanti a una telecamera. Ogni giorno accadono cose di questo tipo a ragazze che non hanno la possibilità di difendersi, che non hanno prove video della molestia subita. E per questo la mia denuncia è anche per loro”, ha dichiarato la 27enne alla Gazzetta dello Sport.
L’uomo intanto ha ricevuto un Daspo di tre anni che lo terrà lontano dagli stadi. Non sembrano insomma esserci margini per una ricomposizione extragiudiziale della vicenda, come si capisce anche dalle parole del legale di Serrani: “Valuteremo in seguito quali decisioni prendere sul Daspo, anche se la pena di 3 anni ci sembra spropositata. Non è chiaramente questo l’aspetto che ora turba maggiormente Serrani. Purtroppo non sono riuscito a parlare con l’avvocato della dottoressa Beccaglia, anche se, dopo aver ascoltato alcune dichiarazioni della giornalista, non nutro grandi speranze – ammette a QdM Notizie – Proverò a contattare il mio collega toscano tra qualche giorno quando il clamore mediatico intorno a questo episodio si sarà placato”.
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