Green Pass, il Governo vuole estendere l’obbligo anche a scuola, trasporti e servizi: ecco da quando e come
L’uso del Green pass potrebbe presto essere esteso anche al mondo della scuola, nei luoghi di lavoro e sui mezzi di trasporto: dopo le misure contenute nel nuovo decreto Covid e illustrate giovedì 22 luglio 2021 in diretta televisiva dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, il Governo sta vagliando un’ulteriore stretta per scongiurare un rialzo della curva epidemiologica a settembre come avvenne l’anno scorso quando, al rientro dalle vacanze estive, una seconda ondata di Covid-19 sconvolse l’Italia.
Nelle intenzioni dell’esecutivo, secondo le ricostruzioni apparse sul Corriere della Sera e su Repubblica e come annunciato dallo stesso presidente del Consiglio in conferenza stampa, è necessario affrontare vari nodi: scuole, aziende, pubblica amministrazione e trasporti. Sui tutti questi temi, molte voci si sono levate negli scorsi giorni per chiedere un intervento al Governo, infuocando il dibattito interno alla maggioranza.
L’Associazione nazionale presidi ha chiesto di introdurre l’obbligo vaccinale per tutto il personale scolastico, il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, si è detto favorevole a estendere tale misura a tutti i dipendenti statali a contatto con il pubblico, mentre da Confindustria si chiede di rendere obbligatorio il Green pass per accedere ai luoghi di lavoro.
Eppure le resistenze, in piazza, tra le fila dell’opposizione come nella maggioranza, non saranno facili da superare. La Lega di Matteo Salvini ad esempio ha digerito le nuove misure decise in materia di Green pass, ma ha posto chiari paletti a un’ulteriore estensione dell’obbligatorietà, chiedendo di dare ascolto alle manifestazioni di protesta. Ma andiamo con ordine: quando dovrebbero arrivare i nuovi provvedimenti?
Green pass a scuola, nei luoghi di lavoro e sui mezzi di trasporto: i tempi
I tempi per approvare le nuove misure appaiono strettissimi ed è stato lo stesso Mario Draghi in conferenza stampa a fornire una sorta di calendario. “Scuola, trasporti e lavoro sono rimasti fuori” dal nuovo decreto legge Covid, aveva detto giovedì il presidente del Consiglio. “Saranno affrontati molto rapidamente, forse la settimana prossima: richiedono provvedimenti specifici”.
Al netto di veti interni alla maggioranza, è probabile che il Consiglio dei Ministri si riunisca di nuovo entro il 5 agosto per approvare ulteriori interventi in materia di Green pass a scuola e nella pubblica amministrazione, provvedimenti che dovrebbero quindi entrare in vigore dopo Ferragosto e non oltre il 20 del prossimo mese.
Più lunghe invece le scadenze per quanto riguarda le aziende e i trasporti: nel primo caso il Governo passerà comunque da un giro di consultazioni con le parti sociali. “È una misura complessa, ne parleremo con i sindacati”, aveva detto Draghi in conferenza stampa rispondendo a una domanda sull’estensione del Green pass ai luoghi di lavoro come chiesto da Confindustria. Sui trasporti invece, la nuove misure potrebbero essere rimandate a settembre, in attesa di un ulteriore avanzamento della campagna vaccinale.
Green pass a scuola
La massima priorità dell’esecutivo resta comunque la scuola. “L’obiettivo è avere tutti a scuola in presenza dall’inizio” dell’anno, aveva detto il presidente del Consiglio nell’ultima conferenza stampa. “Tutto quello che deve essere fatto per questo obiettivo sarà fatto”. “La scuola – gli aveva fatto eco il ministro della Salute, Roberto Speranza – è per noi una priorità assoluta e faremo ogni sforzo per consentire una riapertura in piena sicurezza e in presenza”. “L’impegno di tutto il Governo è per il rientro a scuola in presenza”, aveva poi scritto su Twitter il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. “Le vaccinazioni sono un pezzo fondamentale di questo percorso. Vaccinarsi è un atto di responsabilità per la sicurezza di tutti”.
Eppure i dati non consentono troppo ottimismo. Il sottosegretario alla Salute, Pier Paolo Sileri, lo ha detto chiaramente: “Difficile che si possa ricominciare in presenza”. E l’Associazione nazionale presidi suona l’allarme: “Siamo già in ritardo”. Ma la strada tracciata dal Governo resta sempre la stessa: “I vaccini“, ha detto Speranza dal palco della festa nazionale di Articolo 1 a Bologna, “sono il vero strumento da opporre al virus”.
Per inizio settembre il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario all’emergenza Covid, punta a raggiungere almeno il 60 per cento degli studenti over 12 vaccinati, ma ad oggi solo il 12 per cento ha ricevuto entrambe le dosi e appena il 17 per cento è in attesa della seconda. Quanto ai docenti e al personale tecnico-amministrativo si calcola ancora un 15 per cento di non vaccinati, pari a circa 220mila persone: ad oggi solo l‘84,83 per cento del personale scolastico ha ricevuto la prima dose e il 78,78 per cento entrambe, mentre a livello nazionale l’esecutivo punta a un obiettivo del 93 per cento.
La situazione cambia da territorio a territorio: in Sicilia quasi il 43 per cento del personale della scuola risulta non vaccinato, un dato che scende a oltre il 30 per cento in Liguria, Toscana, Provincia autonoma di Bolzano e Calabria. Per questo, Figliuolo ha chiesto alle Regioni di ricevere entro il 20 agosto la quantificazione dei dati della campagna vaccinale tra il personale scolastico.
L’Associazione nazionale presidi ha richiesto l’introduzione dell’obbligo vaccinale per docenti e dipendenti tecnici e amministrativi, un’ipotesi contrastata dai sindacati, dove però si registrano timide aperture da parte di Cisl e Cgil. “Se non si accelera, se non si usa a pieno l’unica arma rimasta, che è la vaccinazione, in diverse scuole l’avvio dell’anno scolastico avverrà con la didattica a distanza. È inevitabile. Sarebbe la terza stagione e pensarci mette sconforto”, ha ammonito il presidente dell’Associazione, Antonello Giannelli, critico anche con il generale Figliuolo. Il 20 agosto? “Quella data fa capire due cose”, ha dichiarato il rappresentante dei dirigenti scolastici. “Primo: oggi i numeri veri non li hanno né Governo né Regioni. Secondo: che cosa se ne faranno il 20 agosto? Quando mancheranno venticinque giorni all’avvio dell’anno scolastico? È tardi”.
Per intervenire al meglio e in tempi brevi, il Governo sta vagliando l’ipotesi di estendere l’uso del Green pass a scuola oppure di imporre l’obbligo vaccinale a tutto il personale docente e tecnico-amministrativo. Quest’ultima opzione conta sul pieno sostegno dei ministri Roberto Speranza e Maria Stella Gelmini e gode dell’appoggio di ampie fette della maggioranza dal Partito democratico a Forza Italia.
Vaccini e Green pass non rappresentano però l’unico nodo da sciogliere: uno dei punti fondamentali che coinvolge il mondo della scuola e il ritorno in presenza di alunni e docenti riguarda l’eterna questione dei trasporti. I mezzi sui quali viaggiano gli studenti sono infatti a forte rischio di diffondere il contagio e, in un anno e mezzo di emergenza sanitaria, né il Governo né gli enti locali sono riusciti a trovare una soluzione per garantire il necessario distanziamento a bordo.
Eppure, per il momento, appare improbabile l’imposizione del pass anche per il trasporto pubblico urbano: discorso diverso invece per i mezzi a lunga percorrenza come treni, navi e aerei.
Green pass sui mezzi di trasporto
Anche i trasporti erano stati citati da Mario Draghi in conferenza stampa tra i nodi da sciogliere con provvedimenti ad hoc. Se per andare all’estero all’interno dell’Unione europea il Green pass è già obbligatorio, al momento la misura non riguarda i collegamenti nazionali e locali.
Il presidente del Consiglio ha promesso un intervento dell’esecutivo anche in questo campo, ma con i dati attuali sulla campagna di vaccinazioni è probabile che le nuove misure non entreranno in vigore prima di settembre, se non addirittura a ottobre. Al momento infatti, secondo quanto rivelato dal generale Figliuolo, “siamo al 55 per cento della popolazione vaccinabile vaccinata”. Imporre l’obbligatorietà del Green pass per i trasporti con una soglia di immunizzati ancora bassa rischierebbe di paralizzare l’economia.
Improbabile anche l’imposizione del pass per il trasporto pubblico locale: l’unica soluzione per evitare che i mezzi diventino focolai delle nuove varianti del virus sarà ridurre la capienza massima, aumentando il numero di vetture a disposizione.
Green pass nei luoghi di lavoro
L’ultimo nodo riguarda poi il mondo del lavoro. In settimana, il Governo dovrebbe avviare la discussione con le parti sociali sulla promozione delle vaccinazioni tra i lavoratori. Una delle misure che dovrebbero incentivare la campagna vaccinale prevede l’estensione del Green pass ai dipendenti dei settori dove quest’ultimo sarà già obbligatorio a partire dal 6 agosto: ristoranti, stadi, locali di intrattenimento e spettacolo, musei, cinema, piscine, centri termali, palestre, ecc.
Misure ancora più draconiane, sul modello di quelle al vaglio dell’esecutivo per il mondo della scuola, potrebbero riguardare i dipendenti pubblici. In un’intervista concessa ieri a Repubblica, il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha annunciato l’intenzione di introdurre l’obbligo vaccinale per gli statali a contatto con il pubblico. “Forza Italia è per l’obbligo vaccinale per gli insegnanti, ad esempio, che io estenderei per legge ad altri: a chi fa front office nella Pubblica Amministrazione e a chi lavora nei servizi pubblici”, ha detto il ministro, sostenuto in questa proposta da vari esponenti del centrosinistra.
Inoltre, il Governo comincerà ad ascoltare i rappresentanti delle imprese, delle associazioni di categoria e dei sindacati per discutere la possibilità di estendere l’uso del Green pass anche alle aziende. Possibile una soluzione alternativa e meno stringente: l’esecutivo potrebbe favorire la sottoscrizione di appositi protocolli tra le parti sociali per promuovere i vaccini tra i lavoratori, sul modello già realizzato per lo sblocco dei licenziamenti.
Green pass, i veti della Lega sull’ulteriore estensione dell’obbligo
Tutte queste misure si scontrano però ovviamente con le divisioni interne al mondo politico e soprattutto nella maggioranza. L’attacco indiretto di Mario Draghi a Matteo Salvini in conferenza stampa non aiuta certo a trovare una mediazione. Nel presentare il nuovo decreto Covid, il premier aveva infatti risposto con tono polemico a una domanda sulla posizione del leader leghista: “Fare appello contro i vaccini equivale a fare un appello a morire”. “Ci sono rimasto male”, aveva poi commentato il segretario del Carroccio.
Il leader leghista è andato addirittura oltre, chiedendo di ascoltare i manifestanti scesi in strada contro le nuove misure dell’esecutivo. “Sono piazze da ascoltare e da capire, non da attaccare o censurare”, aveva detto Salvini ad Affaritaliani.it dopo le proteste avvenute in tutta Italia contro l’obbligo del Green pass. “In Italia come in Europa sono piazze vive, sorridenti, belle e vere, che chiedono di tenere insieme salute e libertà. E la Lega, dentro il governo, anche se da sola, fa e farà di tutto per garantire salute, lavoro e libertà a tutti, senza obblighi, multe o divieti: quando il Decreto sul Green pass arriverà in Parlamento faremo di tutto per cambiarlo, siamo già al lavoro per preparare tutti gli emendamenti possibili e necessari”.
E oggi Salvini ha rincarato la dose in un’intervista a Libero: “Il Green pass, con i letti di terapia intensiva per fortuna vuoti al 98 per cento, rischia di escludere dalla vita sociale più della metà degli italiani”. “Io mi sono vaccinato per libera scelta, ma non penso che tutti gli italiani debbano essere costretti a farlo”, ha ribadito il leader leghista. “Sono per l’informazione, non per l’imposizione, gli obblighi e le multe”. “Una famiglia (anche vaccinata) che andrà in vacanza a Ferragosto con una figlia di 14 anni, dovrà fare un tampone ogni volta per andare in pizzeria, in piscina o al parco giochi? Non si sta esagerando? E se il pass evita tutti i problemi, perché non riaprire in sicurezza anche le discoteche, con il pass? Ci sono in ballo 3.000 imprese, 100mila posti di lavoro e, soprattutto, il diritto di milioni di ragazzi a vivere e divertirsi, in sicurezza”. Altro che ulteriori misure.