Governo: “Vaccino J&J scade dopo due mesi”. Ma hanno tradotto male dall’inglese
L'allarme sulla presunta “seconda dose” ai vaccinati Johnson & Johnson da rifare di corsa perché la copertura sarebbe scaduta dopo soli due mesi? "È una bufala allarmistica - rivela a TPI Anna Rita Gismondo - figlia di un grossolano errore di traduzione dall’inglese"
L’allarme sulla presunta “seconda dose” ai vaccinati Johnson & Johnson (da rifare di corsa perché la copertura sarebbe scaduta dopo soli due mesi) è “una bufala inutilmente allarmistica” Lo dice a TPI Anna Rita Gismondo, professoressa e responsabile del laboratorio dell’istituto Sacco.
L’allarme, scaturito dalle affermazioni del consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi, è “figlio di un grossolano errore di traduzione dall’inglese”. Il tutto ha ovviamente allarmato i quasi 1,5 milioni di italiani che hanno fatto il siero monodose J&J, prima che venisse sospeso lo scorso 14 aprile. Ricciardi aveva detto: «Sono certo che somministreremo la terza dose di vaccino anti Covid a tutti: dopo sei mesi dalla seconda dose per chi è immunizzato con vaccini mRna; e dopo due mesi – aggiungeva Ricciardi – per chi è stato protetto con Johnson&Johnson».
E ancora: «L’efficacia di J&J dura due mesi». Parole confermate dal direttore del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli («Serve una seconda dose eterologa»). Che però fanno arrabbiare la Gismondo: «Non discuto il valore dei questi due colleghi. Ma stavolta hanno preso una cantonata. Sono andata a leggere la fonte, il documento della Fda, l’agenzia americana del farmaco. E recita: dopo due mesi “si può somministrare una seconda dose”. Tradurre che il vaccino “dopo due mesi scade” è un grave errore».
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