Giustizia, Gratteri: “Con la riforma salterà il 50% dei processi”. M5S presenta quasi mille emendamenti
Il Movimento 5 Stelle presenta circa 916 emendamenti alla riforma della Giustizia promossa dalla ministra Marta Cartabia, depositandoli in commissione giustizia alla Camera, nel giorno in cui il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, sentito sempre in commissione giustizia a Montecitorio, mette in guardia dai possibili effetti della revisione del processo penale.
Gratteri ha spiegato questa mattina che la riforma, rispetto alla improcedibilità dell’azione penale, avrà come “come effetto quello di travolgere un enorme numero di sentenze di condanna“. Il procuratore ha stimato che il 50 per cento dei processi “finiranno sotto la scure della improcedibilità” e che tra le conseguenze ci sarà “la diminuzione del livello di sicurezza per la nazione”.
Cafiero De Raho: “Conseguenze sulla democrazia”
Il procuratore nazionale Antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho ha pronosticato “conseguenze sulla democrazia, perché tanti processi improcedibili minano la sicurezza del nostro Paese”. Secondo il procuratore nazionale Antimafia “l’improcedibilità non corrisponde a esigenze di giustizia, ma provoca il comportamento dilatorio dell’imputato che, conoscendo le difficoltà per celebrare i processi, cercherà di attuare le migliori pratiche dilatorie”. De Raho prevede conseguenze serie per i processi di mafia e di terrorismo: “Un appello troppo breve provoca conseguenze molto gravi in un paese come l’Italia che ha bisogno di contenere l’emergenza mafiosa”, ha detto.
Quasi mille emendamenti da M5S
In totale gli emendamenti presentati finora in commissione Giustizia alla Camera sono 1.356. In testa M5S con 916 emendamenti, seguito dai 157 di Alternativa c’è di Andrea Colletti, che la lasciato M5S, 109 per Forza Italia, 59 di Italia viva, 35 di FdI, 19 del Pd, 11 della Lega, 15 di Azione, 11 di Leu. Stasera i parlamentari del M5S terranno un’assemblea per un confronto politico sul tema, cui è previsto che partecipi anche l’ex premier e leader in pectore Giuseppe Conte.
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