Obbligo di green pass, il costituzionalista Mirabelli: “Nessuna violazione della Carta, prioritario il diritto alla salute”
“L’idea di utilizzare il green pass per poter partecipare alla vita sociale è raggelante, è l’ultimo passo verso la realizzazione di una società orwelliana. Una follia anticostituzionale che Fratelli d’Italia respinge con forza. Per noi la libertà individuale è sacra e inviolabile”, lo scrive su Twitter la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni sulla possibilità di replicare il modello francese sui vaccini anche in Italia.
Sulla costituzionalità o meno delle misure si è espresso il presidente emerito della Consulta Cesare Mirabelli che in un’intervista al Messaggero ha provveduto a fare chiarezza: “Non stiamo parlando di un obbligo ma di un onere o un requisito per svolgere una determinata attività. Deve essere una richiesta ragionevole, cioè ci deve essere il pericolo che svolgendo quella attività si possa determinare la diffusione dell’epidemia. Del resto, un tempo, chi lavorava nei pubblici esercizi, bar o ristoranti, doveva avere un certificato sanitario per dimostrare di essere esente dalla tubercolosi quando questa malattia era fortemente diffusa e infettiva”, afferma Mirabelli.
“Non è un divieto assoluto che colpisce la libertà della persona, se si vogliono svolgere determinate attività che mettono a rischio le persone con cui si viene a contatto in rapporto a quell’attività, allora è ragionevole”, prosegue il costituzionalista che spiega quale sia il criterio di riferimento nel caso in cui, per praticare una certa attività, ci venga richiesto un certificato: “I criteri di riferimento sono sempre gli stessi, la domanda è: è una limitazione adeguata, necessaria e proporzionata? Faccio un esempio: abbiamo visto nella ottima finale di calcio Italia-Inghilterra persone non distanziate, senza mascherine e urlanti, una gran festa per il virus. In quelle situazioni si può chiedere che chi entra nello stadio abbia il green pass o il tampone negativo? Nessuno mi impedisce di uscire di casa se non ce l’ho, nessuno me lo può richiedere se sto nella mia autovettura, ma se vado in un luogo affollato, o entro in un ospedale, porre un divieto o un onere per assicurare la salute è un limite adeguato, ragionevole e temporaneo”.
Mirabelli poi fuga ogni dubbio: l’obbligo vaccinale è compatibile con la Costituzione. “Il diritto individuale alla salute significa anche che non posso subire danno da parte degli altri, c’è un interesse della collettività e delle altre persone a non essere infettate. Altra cosa se ci fosse una vaccinazione obbligatoria, in quel caso sarebbe necessario un fondamento legislativo, servirebbe una legge”, spiega.