Giulio Regeni, resta lo stop al processo degli 007 egiziani: no della Cassazione al ricorso dei pm
Resta sospeso il processo ai quattro 007 egiziani accusati di avere sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni nel 2016 al Cairo. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Roma contro la decisione del gup che l’11 aprile scorso ha disposto la sospensione del procedimento disponendo nuove ricerche degli imputati a cui notificare gli atti. Con la decisione della Cassazione si riducono i margini di potere celebrare un processo in Italia sul caso Regeni.
“Attendiamo di leggere le motivazioni ma riteniamo questa decisione una ferita di giustizia per tutti gli italiani. “Abnorme” è certamente tutto il male che è stato inferto e che stanno continuando a infliggere a Giulio. Come cittadini non possiamo accettare né consentire l’impunità per chi tortura e uccide”, affermano i genitori di Regeni, Paola e Claudio Regeni, assistiti dall’avvocato Alessandra Ballerini, commentando la decisione della Cassazione.
Nei mesi scorsi i genitori del ricercatore friulano hanno lanciato un appello via social per chiedere una mobilitazione al fine di individuare gli indirizzi dei quattro aguzzini. Un post su Fb, pubblicato in tre lingue (italiano, inglese ed arabo), in cui sono state inserite anche le foto di tre imputati individuate dal Ros su fonti aperte.
“Si è consentito a un governo, quello egiziano, che mai ha voluto collaborare alla ricerca della verità per Giulio Regeni, di sfruttare cinicamente le garanzie della procedura italiana per cercare ancora una volta di ottenere l’impunità per suoi funzionari”, ha detto il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury.