Prof a domicilio, l’iniziativa di Giulia che gira in camper per fare lezione sotto casa degli alunni
Prof a domicilio: l’iniziativa di Giulia, che gira in camper per fare lezione ai suoi alunni sotto casa
Un camper per amico, o meglio come scuola. L’iniziativa di Giulia Zaffagnini, una giovane professoressa di 26 anni, è subentrata con l’emergenza Coronavirus. Il suo camper, Jolly, è entrato nella sua vita già da qualche anno, anche se l’obiettivo all’epoca era diverso. Giulia, infatti, voleva farne la sua casa itinerante in giro per l’Europa, da usare in vacanza insieme agli amici; poi Jolly è diventato un piccolo rifugio scolastico.
All’inizio di quest’anno, a Giulia è stato assegnato il ruolo di insegnante di laboratorio linguistico presso l’Istituto comprensivo San Rocco di Faenza: la professoressa doveva seguire un gruppo di studenti delle medie di origine straniera ed è per loro che Giulia ha tirato in ballo il suo Jolly. Spesso, questi ragazzi riscontrano difficoltà con la lingua, di conseguenza anche con la didattica online. Per non lasciarli soli in questo periodo difficile, Giulia allora è corsa con il suo camper sotto casa dei ragazzi, per aiutarli con il programma almeno una volta a settimana: lezioni individuali, nel rispetto delle norme di sicurezza, a bordo di Jolly.
Giulia, il suo Jolly e il progetto “Scuola senza frontiere”
“Se non ci fosse stata l’emergenza Covid non mi sarebbe mai venuto in mente di utilizzarlo come scuola”, e invece Giulia ha dovuto riadattare il suo camper Volkswagen Westfalia del 1987 a rifugio scolastico. L’ha acquistato nel 2015, dopo l’Erasmus in Spagna, e ha cambiato il colore, da bianco a verde. Munita di lavagna e gessetti, tavolino pieghevole e sedia – sanificati prima e dopo ogni lezione -, Giulia ha quindi dato vita al progetto “Scuola senza frontiere”.
“Facevo già didattica uno a uno e questo di sicuro ha agevolato la creazione del progetto, ma se fossi una docente curricolare forse con una classe di venti ragazzi non sarebbe possibile”, ha spiegato la giovane professoressa a Fanpage. “I riscontri che ho avuto da parte loro sono stati molto positivi, perché mi hanno detto di essere un po’ stanchi di ritrovarsi tante ore davanti al computer”.
Da dov’è nata l’idea? Giulia ha raccontato che “di solito in presenza, per spiegare una cosa, ci metto dieci minuti, mentre con la didattica online ci ho messo anche un’ora intera. Quindi principalmente tutto è nato dalla frustrazione, mia e dei ragazzi, data da un momento di emergenza come quello attuale”. E poi ha aggiunto: “A volte una piccola idea può cambiare tanto ai ragazzi”.
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