È morta Giulia Maria Crespi, la fondatrice e presidente onoraria del Fai
![Immagine di copertina](https://www.tpi.it/app/uploads/2020/07/Giulia-Maria-Crespi-320x253.jpg)
L'imprenditrice è morta all'età di 97 anni a Milano. La frase che amava ripetere era "chi ha avuto molto, deve dare molto"
È morta all’età di 97 anni a Milano Giulia Maria Mozzoni Crespi, fondatrice e presidente onoraria del Fai (Fondo Ambiente Italiano). Nata a Merate nel 1923, l’imprenditrice si occupò del Corriere della Sera negli anni ’60, uscendo dal Cda nel 1974. Poi l’impegno con Italia Nostra e nell’ambientalismo. Nel 1975 fondò il Fondo per l’ambiente italiano, del quale era presidente onoraria.
Nel comunicare la scomparsa, il Consiglio di amministrazione, il Comitato dei Garanti, la struttura operativa e le delegazioni del Fai “con unanime riconoscenza” dedicano a Crespi “il più commosso tributo”. “La chiarezza del suo insegnamento, il solco tracciato, lo stile e l’entusiasmo infuso in qualsiasi cosa facesse – si legge in una nota – indicano senza incertezze la strada che il Fai è chiamato a seguire per il bene del Paese, fissata nella missione che lei stessa contribuì a definire”.
Dopo aver fondato il Fai nel 1975 con Renato Bazzoni, segretario generale fino al 1996, Crespi ne è stata fino all’ultimo l’anima ispiratrice pur essendo stata affiancata, prima come presidente fino al 2009 e poi come presidente onoraria fino a oggi, da figure via via divenute fondamentali nello sviluppo della Fondazione (Marco Magnifico oggi vicepresidente esecutivo, Ilaria Borletti Buitoni presidente dal 2010 al 2013, Angelo Maramai direttore generale dal 2009 e Andrea Carandini, presidente dal 2013).
La frase che amava ripetere era “chi ha avuto molto, deve dare molto”; pur essendo di “carattere forte e imperativo” Giulia Maria Crespi – spiega il Fai – ha sempre “fortissimamente creduto nel lavoro di squadra come unica possibilità per ottenere risultati seri e duraturi”
“Una creatività inesauribile, una riluttanza per i compromessi, una passione per il dialogo, una singolare unità di ideali e concretezza, una noncuranza per le difficoltà – tanto più stimolanti quanto ardue – e una mai incrinata perseveranza – sottolinea il Fai – ne hanno fatto una figura impegnativa per chiunque avesse a che fare con lei, ma al tempo stesso un esempio inimitabile e senza sfumature di ideali civici e di passione per la vita, per la cultura e per l’ambiente”.
“La cura e la salute della Terra come fondamento per la salute dell’Uomo, lo strenuo impegno per una agricoltura senza veleni, insegnata e praticata nella sua grande azienda agricola della Zelata sulle rive del Ticino (è stata tra i fondatori dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica) e la passione per la tutela dell’Ambiente, inteso nel suo inscindibile legame con la Storia, sono stati i temi che, insieme alla grande attenzione per il mondo della scuola, hanno guidato la sua attività, come sempre instancabile e generosa, nell’ultimo decennio della sua vita”.