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Il dolore della famiglia del calciatore malato di cancro che ha scelto la sedazione: “Sei un guerriero”

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Giovanni Custodero, il calciatore malato di cancro: la lettera della famiglia

Ha fatto il giro dell’Italia e continua a commuovere la storia di Giovanni Custodero, l’ex calciatore 27enne di Pezze di Greco (Brindisi) affetto da due anni da un cancro che ha minato a tal punto il suo fisico da spingerlo a chiedere la sedazione: nelle ultime ore, su Facebook, la fidanzata del ragazzo ha pubblicato una commovente lettera scritta dalla famiglia.

Sono circa tre anni che l’ex giocatore di calcio a 5 del Fasano (Serie C2) combatte con un sarcoma osseo. Ma nonostante le difficoltà, il dolore e le sofferenze, in tutto questo tempo ha sempre raccontato la sua storia agli amici di Facebook. E adesso la sua famiglia ha voluto affidare proprio al popolare social network un messaggio di ringraziamento alle tante persone che, anche solo virtualmente, sono state vicine al figlio.

“Giovanni – si legge – ora riposa tranquillo, circondato dall’affetto delle persone più care, e consapevole del fatto che tutti voi state facendo il tifo per lui, senza mai dimenticare il messaggio che ha voluto diffondere in questi anni: amate la vita”. La sedazione continua e profonda, spiega ancora la famiglia, “è un trattamento sanitario al quale si ricorre per consentire a un paziente terminale di non provare dolore dopo che le altre terapie sono risultate inefficaci”.

La storia di Giovanni Custodero

Poi, la famiglia ripercorre quella che è stata la storia di Custodero con la malattia: “Giovanni – recita la lettera su Facebook – è un ragazzo come tanti, che nel 2015 all’età di 23 anni inizia ad avvertire un gonfiore alla caviglia sinistra, mentre giocava in qualità di portiere nella squadra di calcio a 5 del Cocoon di Fasano. Dopo diversi mesi, gli viene consigliato di recarsi a Firenze e a marzo 2016 viene a conoscenza della dura realtà: è stato colpito da una rara forma di sarcoma osseo in stadio avanzato. Chiunque sarebbe crollato, ma lui no. Lui decide di amputare l’arto fin sotto il ginocchio, se questo significa poter continuare a vivere, e di lì inizia a godersi ogni momento con la sua famiglia, la fidanzata e gli amici”.

Poi, l’idea di veicolare un messaggio positivo: così si arriva alla realizzazione di alcune magliette con l’immagine di un elmo e la scritta “Smiling warrior” (guerriero sorridente). “Era convinto – scrive ancora la famiglia – che ognuno di noi abbia all’interno di sé la forza e la capacità di affrontare qualunque ostacolo si incontri nella vita”.

Dopo l’amputazione, Giovanni Custodero ha dovuto affrontare altri cinque interventi, oltre a duri cicli di radio e chemioterapia. “Molte delle cose che alla maggior parte delle persone appaiono ovvie – diceva sempre l’ex calciatore – sono in realtà determinanti. Ad esempio, non mi ero mai accorto di quanto fosse bello il sole finché non sono stato in una stanza di ospedale per 20 giorni, di quanto indispensabile fosse l’amicizia finché non mi è servito un sincero abbraccio, di quanto importante fosse la famiglia fino a quando non è diventata il mio unico punto fermo…di quanto fondamentale fosse Amare, finché Amare non è diventata la mia unica ragione di vita”.

Ma nel mese di dicembre 2019, le sofferenze arrivano a un punto di non ritorno. Per un mese rimane bloccato a letto, allo stremo: “Non augurerei questa sofferenza neanche al mio peggior nemico, ma qualcuno doveva pur beccarsela”, scriveva su Facebook. Poi, dopo le feste di Natale, la decisione di sottoporti alla sedazione continua e profonda per alleviare i suoi dolori. Senza dimenticare di lanciare un ultimo, grande messaggio di amore per la vita.

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