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Giornata Mondiale della Croce Rossa, il segretario Ronzi: “C’è sempre più voglia di aiutare il prossimo”

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L'emergenza-Covid ha scatenato l'entusiasmo dei volontari, sospinto anche dal sostegno di personaggi noti come Sharon Stone. E ora tocca a Bobo Vieri, protagonista di una diretta Instagram sul rapporto tra rasatura e prevenzione. "Sperimentiamo nuove strategie comunicative"

Giornata Mondiale della Croce Rossa, il segretario Ronzi: “C’è sempre più voglia di aiutare il prossimo”

L’8 maggio è la Giornata Mondiale della Croce Rossa, istituzione benefica che dal 1864 è impegnata sul fronte dell’assistenza e che negli ultimi due mesi ha dovuto superare se stessa per reggere il tremendo impatto con il Coronavirus.

Non casualmente, il Presidente della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca ha scelto di trascorrere questa giornata a Codogno, Alzano e Cremona, per quella che non sarà una festa, bensì “un tributo a tutti i volontari e le volontarie impegnati in prima linea nell’emergenza Covid”. In un certo senso è un ritorno alle origini, perché le idee del fondatore Henry Dunant (filantropo svizzero e primo vincitore del Nobel per la pace nel 1901) sono nate proprio sui campi di battaglia risorgimentali in Lombardia.

Rocca rende merito alla “prima linea lombarda”, riconoscendo che grazie al suo duro lavoro “l’intero sistema-CRI ha dimostrato la sua efficienza in questa enorme sfida”.

“Abbiamo vissuto la ricorrenza, ogni volta, come un ‘compleanno’, perché sanciva la nascita di un movimento che, attualmente, conta 14 milioni di volontari nel mondo, di cui oltre 160 mila in Italia. Siamo presenti, grazie a loro, nelle zone di conflitto e in tutte le emergenze causate dai disastri naturali, fino alle tante vulnerabilità quotidiane, quelle che non fanno notizia”.

Eppure questo 8 maggio segna una netta differenza rispetto al passato: il fronte più caldo non è più in qualche Paese lontano, ma nella nostra quotidianità. Da qui l’intenzione di dedicarlo alla commemorazione dei tanti morti in servizio. Ma “L’idea che si fa azione” continua a camminare sulle gambe dei tantissimi volontari che, proprio in occasione dell’emergenza-Coronavirus, hanno scelto di impegnarsi per l’assistenza del prossimo.

Flavio Ronzi, Segretario Generale della Croce Rossa Italiana, spiega a TPI: “In effetti temevamo che la pandemia potesse mettere in discussione il volontariato, invece c’è stato un aumento dei volontari: quelli che erano già impegnati hanno chiesto di poter contribuire ancora di più, inoltre abbiamo avuto richieste da più di 40.000 cittadini che volevano dare una mano alla CRI e quindi abbiamo varato un sistema di volontariato temporaneo per accogliere questa disponibilità. Queste nuove risorse sono state impiegate non tanto sul servizio delle ambulanze, quanto sul versante delle famiglie in difficoltà. La loro disponibilità rappresenta un dato in totale controtendenza, con tanti volontari che hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo rappresentato da questa emergenza”.

Con i suoi 160 mila volontari, la CRI equivale per dimensione alla popolazione di grandi città italiane come Cagliari e Livorno. Al suo interno ci sono ragazzi di 14 anni, ma anche Over 70.

“Siamo organizzati in modo che i più anziani non svolgano le prestazioni che comportano rischi maggiori, seguendo le linee generali di indirizzo per il Coronavirus, e lo stesso vale per chi ha problematiche sanitarie particolari”, spiega Ronzi.

Dopo oltre un secolo e mezzo di attività nelle condizioni più complesse, la Croce Rossa ha dovuto affrontare uno sforzo non indifferente per adeguarsi ai rischi legati al Covid-19: “L’operatività è cambiata tantissimo. Per salvaguardare sia i volontari che le persone che soccorriamo abbiamo dovuto mettere in campo tante nuove procedure, come sistemi di protezione e sanificazione, nonché intensificare la vigilanza sul personale”.

Il fatto che, nonostante i rischi, ci sia sempre più entusiasmo da parte dei volontari si lega anche a un cambio di passo nella comunicazione. Il video nel quale Sharon Stone si è commossa parlando degli “angeli” della CRI ha fatto il giro del mondo, innescando un processo ben più profondo di una semplice pubblicità: “Certamente le prese di posizione di testimonial di questo calibro sono fondamentali, perché la cosa veramente importante è la percezione che si ha dell’aiuto. Senza andare troppo indietro nel tempo, abbiamo vissuto anni nei quali sembrava che aiutare il prossimo fosse una cosa brutta”.

“Era come se la solidarietà fosse ‘andata fuori moda’, soprattutto se si trattava di stranieri. Questa emergenza ci ha ricordato il valore dell’aiuto reciproco e ha favorito la riscoperta del senso di comunità. Bisogna rendersi conto del fatto che da sole le istituzioni non ce la fanno, se i cittadini non si aiutano reciprocamente”.

Jonathan è il volontario della CRI protagonista del video sull’importanza della rasatura

Va in questo senso anche la partnership con Gillette, uno dei brand di punta dell’azienda Procter & Gamble, che ha donato ai volontari di Croce Rossa Italiana 15.000 rasoi e 10.000 gel da barba. E’ già in previsione la donazione di ulteriori 5.000 rasoi e 5.000 gel da barba da destinare a medici, infermieri, personale sanitario e volontari che lavorano negli ospedali.

Ma perché è così importante pensare alla rasatura, in un momento come questo?

Per proteggersi dal Coronavirus, è fondamentale che le mascherine (soprattutto quelle col filtro) aderiscano bene al viso. Per questo è necessario radersi con cura, pratica che oltretutto favorisce una maggiore igiene, in un periodo nel quale ogni contatto è a rischio. Un messaggio non scontato, veicolato suo social attraverso un video che vede come protagonista Jonathan, uno dei volontari della CRI.

 

“Il video sta sollecitando attenzione, proprio perchè l’associazione tra la rasatura e i temi della CRI non è immediata”, spiega Ronzi. “E’ una modalità comunicativa innovativa, per affrontare in maniera leggera, ma seria, un tema che richiede la nostra attenzione quotidiana. Io stesso sono abituato a tenere la barba lunga, ma in questa fase l’ho accorciata a pochi millimetri, giusto per non rinunciarvi del tutto”.

Sabato 9 maggio, alle 22.00, Jonathan sarà anche protagonista di una diretta Instagram con Bobo Vieri, testimonial di Gillette, nonché assiduo frequentatore dei social, dove negli ultimi tempi ci ha abituato ad esilaranti conversazioni con amici ex calciatori. In questo caso l’ex attaccante sarà protagonista di un “tutorial” molto speciale, tra il serio e il faceto, con alcune indicazioni su come proteggersi al meglio dal Coronavirus.

Bobo Vieri, ex bomber della nazionale, oggi è testimonial di Gillette

“Abbiamo fatto in modo che il nostro volontario diventasse famoso per un giorno”, spiega Ronzi. “Il tema della diretta con Vieri sarà proprio questo: attraverso le azioni normali di una persona normale, vogliamo ricordare che (soprattutto nella fase 2), ci viene richiesta attenzione nei confronti di tante piccole azioni quotidiane. Sarà la fase di una nuova normalità, ma una normalità caratterizzata da grande rigore”.

Quella con Gillette non è la prima collaborazione che lega la CRI ai marchi di Procter & Gamble, che attraverso Head & Shoulders, Kukident e Mastro Lindo aveva già donato 150.000 euro per l’acquisto di mascherine, il sostegno dei servizi “Il Tempo della Gentilezza” e “Cri per te”, nonché per la consegna gratuita di farmaci e della spesa ad anziani e persone che non possono muoversi da casa.

Inoltre, sono state donate 125.000 bottiglie di shampoo Head&Shoulders per il personale sanitario e oltre 45.000 confezioni di Mastro Lindo igienizzante per gli ospedali italiani.

“Queste aziende ci hanno aiutato a fornire alle persone in difficoltà generi di prima necessità: cibo, ma anche lamette, appunto. Credo che si debba fare lo sforzo sperimentare nuovi sistemi per comunicare: non possono bastare i soliti richiami alla necessità di lavare le mani, quindi ben venga la partnership con il mondo delle aziende, che hanno nella loro mission la comunicazione. Utilizzare i meccanismi pubblicitari per far passare un messaggio di questo tipo è un’ottima occasione”, conclude Ronzi.

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