“Don Malgesini ucciso da un ca**o di immigrato clandestino e mafioso”: i violenti commenti di un giornalista del Tg2
L’assassinio di Don Malgesini a Como continua a far discutere. Il prete di 51 anni è stato ucciso il 15 settembre con una coltellata sferrata da un senzatetto di origini straniere con problemi psichici. Della morte del “prete degli ultimi” profondamente amato dalla sua comunità – e non solo – si dibatte anche sul web. Fanno discutere i post e i commenti del giornalista del Tg2 Andrea Romoli che in un post su Facebook, poi rimosso, ha utilizzato parole molto dure. La vicenda è emersa grazie a Giampiero Calapà, giornalista del Fatto Quotidiano, che ha pubblicato un post su Facebook nel quale raccontava l’accaduto.
“L’omicida è un immigrato clandestino violento e mafioso. Gli immigrazionisti che sui media e la rete cercano, come al solito, di derubricare l’ennesimo atto di violenza da parte dei migranti come atto di follia devono farsene una ragione. Siamo in pericolo, tutti”, ha scritto un giornalista che non si è limitato al proprio post. Sono ancora visibili infatti i commenti rilasciati a corredo di un post del collega Simone Mercurio, di tutt’altro avviso sulla vicenda.
“Preti degli ultimi entrambi ed è una incredibile coincidenza proprio nel giorno del 27 mo anniversario del compleanno ( e dell’assassinio) di 3P… Certo, Padre Puglisi è stato ucciso dalla mafia, don Roberto da uno squilibrato… ma chi si occupa degli ultimi da sempre, ahimé, fastidio”, scrive il giornalista Simone Mercurio.
“Non da uno squilibrato ma da un c***o di immigrato clandestino che grazie agli immigrazionisti e ai buonisti vati era ancora in giro”, replica Romoli. “È solo uno squilibrato. Che sia immigrato, clandestino, rosso o verde è un problema tuo e di chi la pensa come te”, risponde Mercurio. I commenti di Romoli sono violenti e decisamente trancianti sulla vicenda. Leggendoli, peraltro, viene il sospetto che l’interesse del giornalista non sia affatto per Don Malgesini, quanto per riversare parole di odio contro immigrati e stranieri.
“No c***o era un immigrato clandestino con decreto di espulsione non eseguito”, rilancia Romoli. “La responsabilità della morte di quest’uomo e un problema tuo e di chi la pensa come te. Se quella bestia era uno squilibrato lo deciderà un tribunale. Che fosse un clandestino è un dato di fatto”. E ancora: “Gli italiani decideranno nelle urne. A noi il compito di ricordare i crimini e le violenze QUOTIDIANE di cui si rendono responsabili gli immigrati”, conclude Romoli.
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