Gioele, il pm: “Ho visto Pino Di Bello strisciare tra i rovi per trovare altri resti”
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Con grande tenacia Giuseppe Di Bello ha compiuto qualcosa di eccezionale, trovando i resti del piccolo Gioele. Un lavoro che gli è valso il ringraziamento del procuratore capo di Patti, Angelo Cavallo: “Ringrazio Pino Di Bello, questo ex carabiniere che è una persona fantastica. Non solo ha svolto quest’opera di ricerca per trovare il corpo, ma poi nonostante fosse stanco e grondante di sudore è rimasto altre quattro ore con noi. L’ho visto personalmente strisciare sotto passaggi alti 30 centimetri tra i rovi e ci ha indicato un altro posto dove potevano essere altri resti che abbiamo rinvenuto. Lo ringrazio molto”.
“Già nei giorni precedenti eravamo stati contattati dai familiari che ci avevano chiesto la possibilità di poter fare delle ricerche volontarie. Noi abbiamo dato subito una disponibilità di massima perché eravamo convinti che le ricerche si dovessero concentrare in quel posto. Più persone erano presenti maggiori era la possibilità di trovarlo. A noi interessava il risultato”, ha aggiunto Cavallo.
Tanti hanno preso parte alle ricerche del piccolo Gioele, soprattutto dopo l’appello di suo padre: “Sarebbe ingeneroso dire che tutte le professionalità intervenute in queste settimane non hanno lavorato bene, devo ringraziare la Prefettura, Polizia, i vigili del fuoco, la Protezione civile, i cacciatori di Sicilia e l’Esercito, la Guardia di finanza, Carabinieri e tutti quelli che hanno lavorato in questi giorni”.
Dal canto suo il 55enne Giuseppe Di Bello, carabiniere in pensione, ha raccontato: “È stato un dono di Dio. L’ho trovato dove gli altri non lo hanno cercato”. Determinanti per il ritrovamento la conoscenza di quei posti da parte dell’uomo, che spesso li frequentava per andare a raccogliere i funghi,e soprattutto l’uso del falcetto. Così Di Bello è riuscito a farsi spazio tra gli arbusti, fino a scoprire frammenti di piccole ossa umane e vestiti di bambino. Per la certezza assoluta che si tratti dei resti di Gioele servirà l’esito dell’esame del DNA, ma gli inquirenti ormai hanno pochi dubbi.
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