Morto Giampiero Galeazzi: la malattia di cui soffriva il giornalista Rai
Morto Giampiero Galeazzi: la malattia di cui soffriva
Giampiero Galeazzi, morto oggi – venerdì 12 novembre 2021 – all’età di 75 anni, era malato da tempo. Il giornalista, ex canottiere, diversi anni fa è stato colpito da una grave forma di diabete. Malattia che non gli tolse la voglia di lottare. Tre anni fa infatti si presentò nello studio di Domenica In e della sua vecchia amica Mara Venier in sedia a rotelle, ma sempre estremamente lucido e pronto a ridere e a scherzare. L’ex conduttore di Novantesimo Minuto nei giorni seguenti smentì seccamente le voci che lo davano malato di Parkinson, ribadendo che la sua patologia è esclusivamente diabetica. “È stato un errore presentarmi a Domenica In sulla sedia a rotelle. Sui social mi hanno già fatto il funerale ma io sono ancora vivo, eh”, disse poi Galeazzi in un’intervista a Fuorigioco, il settimanale della Gazzetta dello Sport. “Non ho il Parkinson, ho problemi di diabete. La salute va su e giù, come sulle montagne russe. Ho sbalzi di pressione, gonfiore alle gambe. Quando mi emoziono, mi tremano le mani, ma non sono messo così male. A 72 anni ho anche perso un po’ di chili”.
Chi era
Gianpiero Galeazzi è nato a Roma il 18 maggio del 1946. E’ stato un telecronista sportivo, conduttore televisivo, giornalista e canottiere italiano. Conosciuto anche con il soprannome di Bisteccone per la sua mole (affibbiatogli dal giornalista Gilberto Evangelisti), di origini paterne piemontesi (provincia di Novara), laureato in Economia con tesi in statistica e passato per qualche mese nell’ufficio marketing e pubblicità della FIAT a Torino, fu professionista nel canottaggio: vinse il campionato italiano nel singolo nel 1967 (che gli valse la medaglia di bronzo al valore atletico) e nel doppio con Giuliano Spingardi nel 1968 e in quell’anno partecipò alle selezioni per le Olimpiadi del 1968 a Città del Messico. Il padre aveva vinto nel 1932 gli europei nel “due senza”. Non ancora abbandonata la carriera sportiva, fu assunto dalla Rai come giornalista sportivo, grazie a Evangelisti. Fu subito inviato alle Olimpiadi del 1972 a Monaco di Baviera; per un imprevisto a Mirko Petternella, bloccato nell’impianto di scherma, effettuò la sua prima radiocronaca nella sua disciplina, il canottaggio.
Con l’arrivo di Emilio Rossi alla direzione del TG1, su consiglio di Tito Stagno, Galeazzi passò in televisione e oltre ad alcune conduzioni del telegiornale, le prime trasmissioni sportive furono alla Domenica Sportiva condotta da Paolo Frajese nel 1976 e come curatore di Mercoledì Sport. Fu subito assegnato alla telecronaca del tennis, alternandosi con Guido Oddo fino al suo ritiro nel 1984 e soprattutto del suo sport, il canottaggio, del quale ha seguito le principali competizioni, tra cui 6 edizioni dei Giochi Olimpici fino ad Atene nel 2004. Dal 2008 ai Giochi Olimpici di Pechino fu sostituito da Marco Lollobrigida. Negli anni ottanta fu inviato della Domenica Sportiva negli incontri clou del campionato di calcio di serie A.
Dal 1992 per 5 anni condusse rubriche Cambio di campo, Solo per i Finali e 90º minuto, nella quale in numerosi sketch mostrò una sua inedita vena comica. Da questa edizione fino al 1999 condusse 90º minuto nello studio di Domenica in. Nell’estate 2009 commentò le partite della Confederations Cup con Jacopo Volpi e Zbigniew Boniek. Per la stagione 2009-2010, nonostante la malattia, Giampiero Galeazzi fu commentatore calcistico nella trasmissione 90º minuto assieme a Franco Lauro e in Replay con Zibi Boniek. In estate partecipò a Notti Mondiali con Paola Ferrari, Maurizio Costanzo. Giampiero Galeazzi diventò poi opinionista di 90º minuto con Franco Lauro, Jacopo Volpi e Zibi Boniek, e di 90º minuto Champions con Andrea Fusco, Marino Bartoletti, Adriano Bacconi e Ivan Zazzaroni.