Che fine ha fatto Giacomo Bozzoli? Le ipotesi sulla fuga: “Scappato a bordo di una nave dopo essersi liberato della Maserati”
Se non fosse realtà, la storia di Giacomo Bozzoli sembrerebbe uscita da un romanzo giallo. Il caso del latitante bresciano, ora in fuga solitaria dopo la conferma della condanna all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario, è avvolto nel mistero. Mario Bozzoli fu gettato nel forno della fonderia di famiglia a Marcheno l’8 ottobre 2015. I sospetti su Giacomo emersero durante un’inchiesta durata circa tre anni e mezzo.
La fuga di Giacomo Bozzoli, come ricorda Il Corriere della Sera, si intreccia con altre storie oscure. A Soiano, vicino alla villa di famiglia, è stata trovata nella primavera del 2023 l’auto usata da Artem Uss, imprenditore russo evaso dai domiciliari a Milano. Uss riuscì a tornare in Russia passando dalla zona del Garda bresciano, sfruttando le stradine della Valtenesi, un tempo usate dai contrabbandieri e ora dai fuggitivi come Uss e Bozzoli.
A differenza di Uss, Giacomo Bozzoli non sembra essersi diretto in Russia. Secondo gli inquirenti, potrebbe aver lasciato l’Italia a bordo di una nave dopo aver trascorso gli ultimi giorni con la compagna e il figlio. Gli investigatori stanno esaminando le immagini delle telecamere degli alberghi di Cannes e Marbella, dove è stato registrato il documento di Bozzoli, per ricostruire i suoi spostamenti.
È possibile che Giacomo Bozzoli si sia imbarcato su una nave dopo essersi liberato della Maserati Levante usata per lasciare l’Italia. È scomparso il 1° luglio, quando la Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo. La compagna Antonella Colossi è tornata il 5 luglio nella villa di Soiano, dichiarando ai carabinieri che si trattava di una vacanza, non di una fuga, nonostante Bozzoli avesse lasciato il cellulare a casa.
Antonella Colossi ha spiegato che Giacomo si è allontanato dopo aver scoperto la conferma della condanna in Internet, ma non sa dove sia andato. La donna ha riferito di aver perso il cellulare durante la prima notte a Cannes.
Il giallo di Giacomo Bozzoli inizia l’8 ottobre 2015, quando Mario Bozzoli scompare dalla fonderia bresciana. Sei giorni dopo, l’addetto ai forni, Giuseppe Ghirardini, scompare e viene trovato morto con un’esca al cianuro nello stomaco. Giacomo Bozzoli, dipendente della fonderia co-gestita dal padre e dallo zio, viene accusato dell’omicidio e della distruzione del cadavere di Mario.
Il processo davanti alla Corte d’Assise di Brescia, iniziato il 14 gennaio 2021, porta alla condanna all’ergastolo di Giacomo Bozzoli il 30 settembre 2022, confermata in appello il 17 novembre 2023. Secondo i giudici, l’omicidio di Mario Bozzoli avvenne in un contesto ristretto in cui erano presenti solo Giacomo, Ghirardini e Maggi. I motivi dell’omicidio sarebbero legati a questioni economiche e rapporti familiari deteriorati. La conferma della massima pena da parte della Cassazione ha segnato l’inizio della latitanza di Giacomo Bozzoli.
Un mistero che continua ad affascinare e a sconvolgere, lasciando molte domande ancora senza risposta.