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Genovese, le motivazioni della sentenza: “Vigile e lucido durante le violenze. Feste specchietto per le allodole”

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Genovese, le motivazioni della sentenza: “Vigile e lucido durante le violenze. Feste specchietto per le allodole”

“Le condotte ascritte ad Alberto Genovese appaiono contraddistinte da particolare gravità”. Lo afferma la giudice Chiara Valori nelle motivazioni della sentenza che ha condannato l’imprenditore del web a 8 anni e 4 mesi per aver violentato due giovani ragazze dopo averle stordite con un mix di cocaina e ketamina. Secondo la gup, che lo ha condannato nel processo con rito abbreviato, “appare pregnante anche l’intensità del dolo e la spregiudicatezza con cui l’intento edonistico è stato perseguito”.

Per l’ex consulente, accusato degli stupri di una modella 18enne a Milano tra il 10 e l’11 ottobre 2020 e di una 23enne in una villa sull’isola di Ibiza nel luglio precedente, è stata respinta la tesi della semi-infermità mentale. L’abuso di sostanze stupefacenti non ha infatti compromesso la capacità di intendere e di volere di Genovese, come sostenuto dai suoi avvocati: secondo la giudice, le telecamere interne al suo attico con vista Duomo mostrano come “abbia sempre agito in condizioni vigili, mentre l’unica che versava in uno stato di sostanziale incoscienza” era la vittima 18enne. “Ed altrettanto è a dirsi per la vicenda” di Ibiza “visto che la persona offesa non ha alcun ricordo di quanto avvenuto all’interno della camera da letto”. Sia Genovese che l’ex fidanzata Sarah Borruso, condannata a 2 anni, 5 mesi e 10 giorni per concorso nello stupro avvenuta nella cosiddetta “Villa Lolita” hanno invece “dettagliatamente offerto il proprio racconto, accompagnando poi la ragazza fuori dalla stanza in stato catatonico, mentre essi apparivano del tutto vigili ed attivi”.

Nel caso della violenza avvenuta nella milanese “Terrazza Sentimento”, il comportamento di Genovese è “apparso lucido e orientato sin dalle ore immediatamente successive ai fatti”.

La sua lucidità è anche confermata dal fatto che ha cercato “di far sparire le registrazioni video” e ha consegnato “8mila euro a Daniele Leali per mettere a tacere” la vittima. Inoltre, “tra il 4 e il 5 novembre ha anche pagato del denaro” ad un’altra ragazza “probabilmente per analoga ragione”.

“Non può dirsi in alcun modo dimostrato che il particolare funzionamento psichico di Alberto Genovese” sia mai “evoluto in un disturbo della personalità, né vi è prova che ciò lo abbia incolpevolmente indotto alla tossicomania”, ha affermato la gup, evidenziando come “prima dell’ingresso in carcere”, nel novembre del 2020, “mai era stata formulata alcuna diagnosi a rilevanza psichiatrica e, anzi, Genovese era noto per la brillante intelligenza e per gli indubbi successi in campo scolastico prima e imprenditoriale poi”.

“Le condotte ascritte ad Alberto Genovese appaiono contraddistinte da particolare gravità, considerato soprattutto l’evidente squilibrio – per età, capacità, censo – sussistente tra la sua posizione e quella delle ragazze che frequentavano le sue feste, tutte giovanissime ed attratte dalla presenza di personaggi del mondo dello spettacolo e dal lusso come specchietti per le allodole”.

“L’offerta di sostanze stupefacenti di buona qualità, in quantitativi pressoché illimitati, senza pagamento”, durante le feste di Genovese “appariva dunque particolarmente” nociva, “sia per la salute delle ragazze che, come si è visto, per quel che accadeva dopo, quando erano ormai ridotte in condizioni di non poter opporre alcuna forma di resistenza o anche di semplice diniego”.

La giudice ha anche spiegato la decisione di stabilire una provvisionale di risarcimento di 50mila euro a favore della 18enne. Meno rispetto alle aspettative della difesa, che durante il processo aveva chiesto una somma pari a 1,5 milioni di euro. La ragazza avrebbe riferito che aveva già deciso di “abbandonare” la strada di modella, “indipendentemente dai fatti” del processo. Dalle “conversazioni intercettate” emerge inoltre che non abbia “mutato stile di vita”.

Genovese si trova attualmente agli arresti domiciliari, in attesa di una nuova richiesta di rinvio a giudizio. Le nuove accuse riguardano altre presunte violenze con lo stesso modus operandi nei confronti di una sua ex fidanzata e di un’altra giovane, oltre alla detenzione di materiale pornografico e all’intralcio alla giustizia. L’imprenditore continua intanto a essere ricoverato in una clinica per disintossicarsi, un percorso giudicato positivamente nelle motivazioni della sentenza.

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