“Le ragazze delle feste di Genovese sapevano cosa succedeva. Ma nessuna vuole denunciare”
Christina Bertevello: “Le ragazze delle feste di Genovese sapevano, ma non vogliono denunciare”
Christina Bertevello, influencer da 700mila follower, protagonista nei giorni scorsi di una video-intervista per Fanpage in cui ha raccontato che molte ragazze giovanissime, a Milano, vengono adescate con metodi ambigui a feste e cene a base di droga e sesso, stamattina ha raccontato nuovi dettagli a Radio Capital. E questa volta ha parlato di testimonianze di ragazze che andavano alle feste dell’imprenditore Alberto Genovese, oggi in galera accusato di aver sequestrato e stuprato una ragazza di 18 anni.
“Ho parlato con alcune ragazze che andavano alle feste di Genovese, ma non vogliono dire nulla, non vogliono esporsi. Mi hanno raccontato che accadevano cose scabrose e le metodiche di stupro sulle ragazze. Erano a conoscenza tutti di certe regole. Mi hanno detto che a un certo punto a queste feste in un clima ‘goliardico’ uscivano delle manette, poi magari una ragazza veniva legata e le veniva offerta una riga di una sostanza che poi magari era un’altra. Poi finiva in camera da letto”.
“Giravano sostanze che qui a Milano trovi a feste, ma anche in casa di molte persone. Le ragazze mi raccontano che a quelle feste di Genovese avevano paura di bere cocktail, bevevano da bottigliette chiuse e sigillate, conoscendo il modus operandi… Io ho sentito parlare di chetamina ad alcune feste, la chetamina stordisce, ti rende come ubriaca”. Selvaggia Lucarelli le chiede se ha sentito la ragazza che è stata stuprata. “Sì. E’ molto ferita dall’opinione pubblica che in parte la condanna, quando alla fine lei è stata drogata, ha subito 20 ore di sevizie, ha vissuto un’esperienza orribile che la segnerà tutta la vita. Mi ha cercata lei perché dopo la mia intervista ha pensato di essere stata accusata da me di frequentare un certo giro, ma non volevo dire questo, io intendevo spiegare che a tutte poteva capitare di finire in quella casa, io stessa ci ero captata una volta, a 18 anni si può sbagliare”.
Selvaggia Lucarelli la invita a denunciare a chi di dovere queste testimonianze, visto che alcuni di questi racconti potrebbero essere notizie di reato e Christina spiega: “Sto provando a convincere le ragazze, mi avvilisce che sia l’unica che ci mette la faccia nonostante io a quelle feste specifiche non ci fossi, ma non mi appoggia nessuno, quello che sto facendo lo faccio per quella ragazza di 18 anni, e non è facile. Dopo che ho iniziato a parlare delle feste, alcune persone delle feste milanesi hanno iniziato a intimidirmi perché io la smetta di parlare di un certo ambiente”.
Selvaggia Lucarelli le spiega che in effetti qualcuno ha inviato a tutte le redazioni di giornali e siti un video in cui Christina balla in maniera provocante a una festa privata, come a dire che lei è disinibita e quindi poco credibile. “Sì, lo so. E’ ora che le persone capiscano che disinibita non vuol dire prostituta e che comunque la prostituzione non legittima lo stupro. Se qualcuno mi chiamerà dalla procura io parlerò”.
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