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Genitori testimoni di Geova rifiutano la trasfusione di sangue, figlia di 10 mesi salvata da medici e giudice

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Il caso a Legnano

Genitori testimoni di Geova rifiutano la trasfusione, figlia salvata da medici

I genitori rifiutano la trasfusione di sangue per la figlia perché sono testimoni di Geova, la bambina di appena 10 mesi viene salvata da medici e pm. È il singolare caso emerso in provincia di Milano.

La piccola è stata operata d’urgenza all’ospedale di Legnano per una emorragia cerebrale dovuta a una caduta, ed ha rischiato di morire perché madre e padre, entrambi testimoni di Geova, non volevano che i medici le praticassero la trasfusione che si era resa necessaria durante l’intervento. A dare il via libera ai chirurghi è intervenuta poi la Procura per i Minorenni di Milano, su richiesta dei carabinieri chiamati dall’ospedale. La Procura con provvedimento di urgenza ha temporaneamente sospeso la podestà genitoriale.

Cosa è successo

La fase più critica per la bambina è stata vissuta nella notte tra lunedì 23 e martedì 24, quando i medici avevano la piccola in sala operatoria per la grave emorragia. I chirurghi avevano bisogno di fare una trasfusione di sangue. I genitori si opponevano e la mediazione non andava a buon fine. Fino alla decisione di chiamare i carabinieri.

I militari dell’Arma sono dunque intervenuti in prima persona. È arrivata una pattuglia del Nucleo radiomobile. L’unica soluzione possibile era una chiamata al pubblico ministero di turno in Procura, al Tribunale per i minorenni. E stato il passaggio decisivo della vicenda: in accordo con il magistrato che i medici sono intervenuti come dovuto, con la trasfusione. hanno potuto farlo perché la potestà dei genitori sulla bambina è stata sospesa a tempo, giusto il tempo necessario per salvarla. E così la piccola si è salvata.

Le notizie di cronaca di TPI

L’opposizione dei genitori alla trasfusione di sangue è stata dura e i medici non sono inizialmente riusciti a superarla nemmeno insistendo e spiegando nei particolari cosa stesse accadendo alla bambina. I professionisti hanno cercato di far comprendere che in assenza di un adeguato intervento per la piccola non ci sarebbero state alternative, nessuna speranza di avere salva la vita. Le spiegazioni non sono state sufficienti per ammorbidire la posizione dei due. Fino alla decisione categorica di rivolgersi ai carabinieri.

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