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Chi è il generale Pappalardo, leader dei gilet arancioni che vuole arrestare Mattarella e non crede al Covid

Immagine di copertina
Antonio Pappalardo in piazza a Torino Credits: Ansa/Carlo Cozzoli

Nel 1992 è stato eletto in Parlamento con il Psdi. Nel 2016 voleva salire al Quirinale per consegnare un mandato di arresto al presidente della Repubblica insieme al Movimento dei Forconi. Oggi protesta contro il lockdown e proclama il ritorno alla lira italiana. Ecco chi é Antonio Pappalardo:

Chi è il generale Pappalardo, leader dei gilet arancioni che non crede al Covid

Ieri, sabato 30 maggio, nelle principali piazze italiane è andato in scena lo spettacolo allarmante dei “gilet arancioni” assembrati senza mascherine (o con i dispositivi appoggiati sul mento) per protestare contro le misure di lockdown. Per le centinaia di persona riunite da Milano a Roma in barba a ogni misura protettiva, la pandemia che ha sconvolto il mondo sarebbe un’invenzione della politica. E per questo le restrizioni che hanno interessato l’Italia da marzo in poi, la crisi sanitaria e l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione individuale, sarebbero iniziative totalmente inutili.

A guidare le sfilate in molte città del nord, da Torino a Milano, passando per Bergamo, il generale dei carabinieri Antonio Pappalardo, leader dei gilet arancioni e ideatore della risposta italiana al movimento che in Francia protesta contro le politiche economiche di Macron. Ma chi è il generale Antonio Pappalardo, animatore delle proteste anti-Covid? In realtà Pappalardo non è nuovo al proscenio delle piazze, e nemmeno ai palazzi della politica, visto che milita dagli anni ’90 in partiti politici e in movimenti di piazza.

Chi è il generale Antonio Pappalardo: l’elezione in Parlamento con il Psdi

Antonio Pappalardo è nato a Palermo nel 1946, e da anni cerca di ritagliarsi visibilità attraverso uscite provocatorie di vario genere con riscontri deludenti. Dopo una lunga carriera tra i palazzi e le piazze, nel 2019 si è anche candidato a presidente dell’Umbria proprio con il movimento dei gilet arancioni, guadagnando però solo 500 voti. Ma la sua “carriera” politica inizia nel 1992, quando da ufficiale dell’Arma si candida e viene eletto deputato nelle liste del partito socialdemocratico, nel collegio di Roma, arrivando a ricoprire anche la carica di sottosegretario alle finanze nel governo presieduto da Carlo Azeglio Ciampi, nel maggio del 1993. Ma dopo una condanna per diffamazione ai danni del comandante generale dei carabinieri Antonio Viesti è costretto alle dimissioni. Da lì il generale Pappalardo passa al Patto di Mario Segni, poi ad Alleanza Nazionale, poi ancora al Movimento per le Autonomie dell’allora governatore della Sicilia Raffaele Lombardo e infine nuovamente al Psdi.

Chi è il generale Pappalardo: il “Movimento dei Forconi”

Nel 2016 Pappalardo diventa presidente del comitato dei 12 saggi fondatori del Movimento Liberazione Italia, che appartiene al Movimento dei Forconi e ha l’obiettivo di ridare il potere al popolo sovrano togliendolo al Parlamento. Durante le proteste organizzate dal suo movimento tenta anche di salire al Quirinale per notificare a Mattarella un ordine di arresto “in nome del popolo italiano”, ritenendo la sua azione di presidente della Repubblica abusiva, ma  guadagnandosi solo un rinvio a giudizio per vilipendio al Capo dello Stato.

Chi è il generale Pappalardo: i gilet arancioni

È nel 2019 che Antonio Pappalardo fonda i “gilet arancioni”. Nei suoi discorsi in piazza o sui social attacca il presunto “regime comunista” di cui l’Italia sarebbe preda e soprattutto proclama il ritorno alla lira italiana, pretendendo di voler “stampare moneta”. Quella contro il Coronavirus è l’ultima delle battaglie intraprese con il movimento dei gilet arancioni. Secondo l’ex generale e i suoi seguaci l’epidemia sarebbe solo una trovata della politica per tenere l’Italia “agli arresti domiciliari”. “Un mio amico di Bergamo ha avuto i sintomi ed è guarito facendo yoga, perché l’uomo è fatto di fisico ma anche di mente”, dichiara Pappalardo, che intanto negli ultimi sei mesi si è anche guadagnato la residenza tunisina, perché prima dell’esplosione del Covid aveva deciso trasferirsi in Maghreb. Ma adesso è tornato per guidare il movimento che fa eco a quelli di protesta americani e brasiliani che non credono all’esistenza del Covid e ricordano i “no vax”.

Leggi anche:

1. “Il virus non esiste”: i gilet arancioni in piazza a Milano e Roma violano tutte le norme anti-Covid 2. “Vi spiego cosa intendevo quando ho detto che la Lombardia aggiusta i numeri sul Covid”: Cartabellotta a TPI / 3. Spostamenti tra regioni, la decisione del Governo: via libera dal 3 giugno / 4. Avellino, il sindaco festeggia insieme ai giovani: movida fuori controllo | VIDEO

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