La bolletta passa da 5mila a 18mila euro, lo sfogo dell’imprenditore: “Un insulto al nostro lavoro”
Gelateria Fassi, la bolletta passa da 5mila a 18mila euro
“Un insulto al nostro lavoro”: così Andrea Fassi, pronipote del fondatore di Fassi, storica gelateria di Roma e amministratore delegato della società, si sfoga sui social dopo aver ricevuto la bolletta dell’energia da quasi 18mila euro, a fronte dei poco meno dei 5mila pagati lo scorso anno nello stesso periodo.
“Io faccio questo lavoro al mio meglio – scrive Andrea Fassi su Facebook – Combatto l’alzarsi del sole, combatto me stesso, combatto un settore gonfio di invidia, vivo un territorio degradato, sopporto il poco valore dato alle aziende in questo paese, ingoio l’imborghesirsi del cibo con mezzo mondo che non magna, ignoro gli insulti sui coreani, tra i primi a rispettare il mio lavoro; eppure accolgo con il sorriso di Joker migliaia di Romani ogni giorno, difendo la semplicità del gelato, imprescindibile”.
“Non volevo farlo questo lavoro, il mio ego ipertrofico mi rende frustrato, umorale, realista, solitario, l’opposto di un imprenditore e inoltre non potendo manifestarsi del tutto in qualcosa che non ha creato, il mio ego soffre”.
“Quindi mi odio, si odia sempre ciò che si ama per destino e non per scelta, è un peso gravoso che sostengo in maniera onesta, con dolcezza e con rabbia. Ora, questa bolletta è un insulto a tutto quello che ho fatto fino ad ora” scrive ancora l’imprenditore.
“Come Amministratore Delegato del Palazzo del Freddo, come socio fondatore della Scuola di scrittura Genius, unico vero capolavoro dopo mia figlia Amelia, come consigliere Fipe e come vicepresidente dei locali storici d’Italia sempre per Fipe, penso questa bolletta sia un punto a capo per la mia vita e per quella di molti altri”.
“Questa bolletta è l’esempio limpido del venir meno di un patto fondamentale tra stato e imprese, violenta i miei limiti, il mio ego, la mia onestà, i ragazzi che lavorano con me. E vale per tutti”.
“Polverizza la speranza, inaridisce i desideri. È una goccia densa di tutto quanto ci sia di sbagliato al mondo oggi, della direzione storta di questo presente”.
“La pagherò, venderemo novemila coppette da due euro al mese solo per pagare la corrente o forse diventerò un influencer su Tik Tok per non pensarci”.
“Il punto è che io questo lavoro non volevo farlo, e così non è più neanche divertente. E io mi annoio subito e quando mi annoio, o forse quando ho paura, distruggo tutto” si sfoga ancora l’amministratore delegato della storica gelateria che si trova nel quartiere Esquilino.
“Ecco, in Italia, a lavorare bene, anche un animo come il mio con energie infinite si annoia e ha paura. Per ora reggo, è solo l’ansia che sale, ma non vi mollo, sia mai lasci spazio al gelato all’amatriciana o al sorbetto di funghi porcini o, peggio ancora, a quelle poltiglie scolorite e gonfie”.