Gas, l’Italia prepara il piano di emergenza: dai lampioni spenti al coprifuoco per i negozi
L’Europa si sta preparando allo scenario che secondo il ministro francese delle finanze Bruno Le Maire “è il più probabile oggi”: lo stop totale delle forniture di gas dalla Russia. In Italia l’allarme è fermo al primo livello di emergenza su tre, ma in caso di taglio totale scatterebbe la fase di emergenza, e quindi il piano per l’austerity preparato dal governo: interventi su riscaldamento, aria condizionata e illuminazione. E il coprifuoco per negozi (alle 19) e locali (alle 23). Ma anche tagli alle industre “energivore”. Questo prevede la fase 2 dell’emergenza energia. Secondo i calcoli con il razionamento residenziale si può arrivare a risparmiare il 20% del gas che arriva dalla Russia. Che preveda anche i tagli al riscaldamento degli uffici pubblici. Una serie di misure estreme che dovrebbe scattare soltanto in caso di emergenza. Ecco quali:
- Riduzione dell’illuminazione dei lampioni urbani ed extra – urbani. Durante la notte dovrebbe rimanere acceso solo uno su due.
- riduzione della temperatura dei termosifoni nelle case di almeno due gradi. È prevista anche una limitazione oraria;
- temperatura negli uffici pubblici non superiore ai 19 gradi di inverno e inferiore ai 27 d’estate (misura già attiva dal 1 primo maggio e che rimarrà in vigore fino al 30 aprile 2023);
- coprifuoco per l’illuminazione di monumenti ed edifici storici;
- maggiore utilizzo delle centrali a carbone. In Italia ci sono sei impianti – due in Sardegna, a Venezia, Monfalcone, Civitavecchia e Brindisi – che nelle ultime ore stanno producendo l’8 per cento del fabbisogno italiano di energia elettrica;
- interruzione delle forniture alle industrie più energivore (cementifici, acciaierie, vetro e ceramica).
Potrebbe, inoltre, scattare anche il coprifuoco dei locali e dei negozi. Dovrebbero, infatti, chiudere alle 19, mentre gli uffici pubblici rimarrebbero aperti fino alle 17.30. Nei locali pubblici, invece, la chiusura scatterebbe alle 23. E quindi bar, ristoranti, pub e discoteche. Dovrebbe scattare poi la possibilità di ricorrere alle riserve strategiche presenti negli stoccaggi, immagazzinate durante l’estate.