“Criminale senza scrupoli”: la garante dei detenuti di Ivrea paragona Draghi a Cesare Battisti
Paola Perinetto, garante dei detenuti di Ivrea dal 2018, ha paragonato su Facebook Mario Draghi a Cesare Battisti. “Nella foto – ha scritto – possiamo osservare un caso di estrema somiglianza. Uno è un criminale senza scrupoli. L’altro è Cesare Battisti”. Perinetto è una No Green pass, ha più colte espresso pubblicamente il suo parere riguardo questo provvedimento e ha partecipato a diverse manifestazioni no pass.
L’ultimo atto della suo protesta, però, ha scatenato polemiche e reazioni. “Il parallelo da lei proposto e le valutazioni espresse nel post sono inqualificabili” ha commentato Mauro Palma, garante nazionale dei detenuti. Ricordiamo che Cesare Battisti, ex terrorista e leader del gruppo Proletari Armati per il Comunismo, è stato condannato all’ergastolo per 4 omicidi. L’ex estremista rosso uccise il maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro e l’agente della Digos Andrea Campagna nel 1978, il gioielliere Pierluigi Torregiani e il commerciante Lino Sabbadin nel 1979.
Il garante nazionale ha chiesto al sindaco di lvrea Stefano Sertoli e al Consiglio comunale di rimuovere la donna dal suo incarico. “È necessario – ha detto – che si stabiliscano delle linee omogenee affinché i garanti localmente designati rispondano a criteri di indipendenza e professionalità”.
Il sindaco ha commentato con stupore e indignazione quanto accaduto: “Sono esterrefatto che una persona con incarichi istituzionali possa lasciarsi andare a tale pensiero e a pubblicarlo sui social. Abbiamo convocato una conferenza urgente dei capigruppo. Lunedì l’ultima parola spetterà al Consiglio comunale”. Gli esponenti del Partito democratico locali si sono detti d’accordo sul provvedimento di rimozione: “Le espressioni della Garante sono inaccettabili, non è più compatibile con la carica pubblica ricoperta”.
Sui fatti è intervenuto anche Patrizio Gonnella, il presidente dell’associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale Antigone, che ha lanciato un appello: “Non è questa la vocazione pedagogica e la cultura giuridica e umana che dovrebbero avere coloro che rivestono incarichi istituzionali in materia di diritti umani. Va recuperato a tutti i livelli un linguaggio rispettoso degli altri e un senso di solidarietà sociale che manca in chi decide di non vaccinarsi”.