L’Università di Padova smentisce Gallera con una nota ufficiale: “Mai detto quelle cose su Rt”
“0, 51 cosa vuol dire? Che per infettare me, bisogna trovare due persone allo stesso momento infette”: sabato 23 maggio, durante il bollettino quotidiano, l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, ha spiegato così – sbagliando – l’indice di trasmissibilità. Rt è il parametro che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva. In pratica, è il numero medio delle infezioni prodotte da un individuo infetto. Se è 1 vuol dire che un infetto infetta potenzialmente un’altra persona. In Lombardia in questo momento l’indice è 0,50, dunque significa che un infetto, grazie alle misure di contenimento, non infetta neppure una persona.
L’università smentisce Gallera
Dopo la pubblicazione su TPI dell’esilarante video-spiegazione fornita da Giulio Gallera sull’indice di trasmissibilità, l’assessore risponde attaccando la stampa e l’opposizione, e dice: “Cari Majorino e TPI dormite sonni tranquilli”, sostenendo che saremmo solo degli “pseudo giornalisti in cerca di visibilità”. Come argomento in questo suo secondo video Gallera ha usato anche un articolo di Il Bo Live, la rivista dell’Università di Padova. Ma oggi è l’Università stessa a smentirlo: “L’articolo in questione è Rt inferiore a 1 in tutta Italia: cosa significa?, pubblicato il 7 maggio 2020. Ringraziamo molto l’assessore Gallera per l’attenzione riposta nei confronti della nostra testata. Tuttavia teniamo a precisare che nell’articolo in questione riportiamo l’esempio statistico sulle modalità di diffusione del virus attraverso il parametro R0, riferendoci a una percentuale”.
Nella nota si legge: “Come recita l’articolo infatti: “Lasciamo parlare i numeri per maggiore chiarezza e supponiamo per esempio che, per un particolare agente infettivo, R0 sia uguale a 1,7: ciò significa che un gruppo di 100 persone malate può contagiarne 170 (100×1,7), queste 170 ne infettano altre 289 (170×1,7), queste a loro volta 491. E così via. Se invece R0 fosse uguale a 0,5, lo stesso gruppo di 100 individui ne contagerebbe 50, questi a loro volta 25 e così di seguito”. Nel pezzo, pertanto, non sosteniamo che con un indice di 0,51 siano necessarie e sufficienti due persone infette per contagiarne una sana“. Anche le citazioni alle quali l’assessore al Welfare ha fatto riferimento sono dunque errate e prive di fondamento scientifico.
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