La speculazione del fotovoltaico minaccia le aree archeologiche della Tuscia
Un maxi impianto fotovoltaico da quasi cento ettari verrà costruito in provincia di Viterbo nelle vicinanze delle aree archeologiche di Ferento, dove è ancora in piedi un antico teatro romano, e dell’Acquarossa, che custodisce un insediamento etrusco. (Qui il verbale che certifica l’avvio della costruzione dell’impianto).
L’associazione Italia Nostra e tante altre si battono contro la realizzazione della centrale solare in località Pian di Giorgio. Gli ambientalisti denunciano anche la speculazione del fotovoltaico in corso sui terreni agricoli della Tuscia. Cinque gli impianti autorizzati nell’ultimo anno e mezzo o in via di autorizzazione nel solo capoluogo provinciale Viterbo. Tutto questo in un territorio come la Tuscia che, secondo il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, è la settima provincia per consumo di suolo pro capite.
Su alcuni di questi progetti sono in corso anche vari contenziosi presso la giustizia amministrativa tra la Regione Lazio e la Soprintendenza per i beni culturali, il cui parere quasi sempre contrario non è ritenuto vincolante perché gli impianti non ricadono in aree protette. Le associazioni chiedono invece uno stop alle autorizzazioni.
Intanto, la Regione Lazio aveva approvato una moratoria che doveva sospendere i nulla-osta di nuovi maxi-impianti per le rinnovabili come quello di Ferento fino al giugno del 2022. Eppure gli iter stanno andando avanti e un’area archeologica di enorme valore artistico è sotto assedio.