Foto e video davanti alle tombe di Riina e Provenzano. Pregiudicati foggiani omaggiano i mafiosi insieme al figlio
Sono diventate virali le foto e i video davanti alle lapidi dei boss mafiosi Totò Riina e Bernardo Provenzano pubblicati dal foggiano Pompeo Piserchia sui social network. Nel cimitero di Corleone, in Sicilia, l’uomo sorride insieme alla moglie. Come se la pietra tombale fosse un monumento o un luogo di pellegrinaggio e Riina un santo o un eroe. Queste immagini, intervallate da quelle con la famiglia, si susseguono in uno slideshow su TikTok. L’uomo, su Facebook, si definisce killer per professione e sul braccio destro ha una pistola tatuata.
È il 13 luglio quando Piserchia pubblica queste immagini, la stessa data in cui è morto Provenzano nel 2016. “Un onore venire a trovare questi uomini così grandi. Che per me rimangono grandi, sempre”, racconta nella diretta pubblicata sui social. Nel sottofondo la voce di un bambino, il figlio.
Come riportato da Repubblica, in un filmato compare anche un biglietto indirizzato a Bernardo Provenzano da parte dell’uomo e della moglie. “Prima che me ne vado, perché non so se tornerò più, voglio dare un omaggio a questa grandissima persona: Bernardo Provenzano. Rimani sempre nel nostro cuore”, dice nel video prima di baciare la lapide. Insieme alla dedica anche due rose rosse che la moglie invita a lasciare a “Zio Totò”, mentre il figlio bacia le foto dei boss di mafia.
Sempre sui social network, l’uomo pubblica un altro video. È sull’autostrada A29, arrivato allo svincolo per Capaci si ferma e dice ai figli e alla moglie: “Questi sono i due monumenti? Qua è dove sono morti questi: Falcone e Borsellino”. I filmati sono stati segnalati e sono al vaglio degli inquirenti.
Piserchia, che su TikTok pubblica video accompagnati da canzoni come “Mama I’m a criminal”, ha precedenti per reati contro il patrimonio ed è stato arrestato nel 2019 insieme alla moglie. In casa era stata ritrovata una pistola calibro 6,35, nella culla del figlio neonato. Nel caricatore della Beretta c’erano otto cartucce.