Le nonne di Campoli con i bambini migranti in braccio. I messaggi sui social: “Questa è l’Italia che voglio”
Migliaia di condivisioni della foto
La foto delle nonne di Campoli con i bimbi migranti in braccio
La foto delle tre nonne di Campoli con i bimbi migranti in braccio sta circolando velocemente sulla Rete. Il suo messaggio ha commosso migliaia di persone in tutta Italia.
Nello scatto si vedono tre donne anziane ognuna con un bimbo di colore sulle gambe.
Per una nonna non conta il colore della pelle o la provenienza geografica: un bimbo è un bimbo da qualsiasi parte del mondo arrivi, e qualsiasi sia la sua storia.
Le tre nonne di Campoli, la Zi Nicolina, la Zi Vincenza e la Zi Maria, lo sanno bene. Ed è per questo che in un caldo pomeriggio d’estate si sono ritrovate a prendersi cura di tre bambini piccoli, ospiti del centro di accoglienza che si trova in paese.
Lo foto delle nonne di Campoli le ritrae sedute in una via del paese, nel Sannio, sul Monte Taburno, con i piccoli in braccio: uno che fa merenda e un’altra profondamente addormentata tra le braccia della nonna. È stata pubblicata inizialmente sul gruppo Facebook “Sei di Campoli se…”, poi è stata presa e condivisa da migliaia di utenti.
Perché è il simbolo di un’umanità di cui in molti sono in cerca.
I messaggi di condivisione
“E scopri che c’è un mondo capace ancora di umanità. Nonne che fanno da nonne a bimbi del centro di accoglienza. Soprattutto oggi, dove 150 persone probabilmente sono morte in mare, sana il cuore”, scrive un utente, che ha condiviso la foto su Twitter menzionando anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
“Lezione di civiltà da parte di chi, evidentemente, ha fatto della solidarietà un valore che supera ogni differenza ed egoismo”, scrive un altro utente.
“Questa è l’Italia che voglio, Giorgia Meloni – è il tweet di un altro utente, rivolto direttamente alla leader di Fratelli d’Italia -. Questa è la mia terra!!! Solidarietà ma soprattutto Amore (con la A maiuscola)”.
Su Facebook c’è anche chi chiede per le nonne di Campoli il riconoscimento di “Patrimonio dell’Umanità” dell’Unesco.