Non solo Mercedes, coi fondi raccolti Malika ha comprato anche un cane da 2.500 euro: “È un bene di prima necessità”
“Malika? Non l’avevo riconosciuta quando è venuta in allevamento, ma poi ho capito. Ha comprato il cane più caro”. Simone ha un allevamento a Firenzuola, provincia di Firenze, e a maggio ha venduto un French Bulldog a Malika Chakly. “Non sono cani per tutte le tasche, qui poi vendiamo i migliori. Ha speso 2.470 euro, ha pagato lei con due bonifici uno il 15 maggio e l’altro il 21”.
Simone confessa di essere rimasto stupito quando ha scoperto chi fosse Malika perché se la ricorda con una Mercedes nuova di zecca e, soprattutto, perché quando il cane ha avuto lievi problemi di salute poco tempo dopo, Malika non aveva voluto metterlo in contatto col suo veterinario. “Pretendeva una strana riservatezza, era come se io non fossi dovuto esistere”.
Insomma, dopo l’ammissione di Malika dell’acquisto della Mercedes con i soldi raccolti nel Gofundme destinato ad aiutarla “a ricostruirsi una vita”, emergono nuove spese non proprio necessarie. E questo, nonostante le storie pubblicate su Instagram questa mattina dalla ragazza che afferma di aver avuto necessità dell’acquisto dell’auto (perché la sua 500 comprata in parte dal nonno era troppo vecchia, “camminava a fatica”), “era per non restare a piedi”, per “ricostruire” la sua vita. Diciamo che il cane da 2.500 euro sembra meno necessario, forse anche un trovatello avrebbe potuto contribuire dignitosamente alla sua nuova felicità.
Detto questo, stupisce anche che Malika, sempre sul suo Instagram, neghi di aver parlato di un’associazione che stava per nascere in accordo con la Boldrini durante l’intervista con me. “Una fandonia”, sostiene. Non è una fandonia affatto. Ho posto più volte la domanda su questa ipotetica associazione citata proprio dalla sua agente in presenza di Malika e mi è stato ribadito che sarebbe nata di lì a poco, che i ritardi dipendevano dalla deputata (la telefonata è registrata). Ci sono poi altri elementi venuti fuori in queste ore, dai due provini fatti da Malika per partecipare a “Uomini e donne” due anni fa (“Mi hanno iscritta i miei amici”, mi dice) che suggeriscono comunque una sua attrazione per le telecamere a lauti finanziamenti ottenuti per andare in vacanza sempre poco prima dell’accaduto, si parla di 4mila euro che però alla fine lei avrebbe speso per tatuaggi e cene. Anche su questo Malika risponde che non è vero: “Il finanziamento era per il campeggio dei miei genitori, 3.800 euro di campeggio a Marina di Carrara”.
Ma sulla questione raccolta fondi c’è un altro particolare passato inosservato. Le due raccolte destinate a Malika avevano come destinatario la cugina Yasmine perché Malika ai tempi non aveva un conto. E come mai una ragazza di 22 anni con uno stipendio non aveva un conto? Cerco di approfondire la questione e viene fuori che due anni fa era andata in banca per chiedere un finanziamento ma glielo hanno negato perché c’erano altri finanziamenti aperti non pagati. “Mi avevano fatto un furto di identità, degli sconosciuti avevano avuto 7mila euro a mio nome. Poi dopo un mese mi chiamano i carabinieri e mi dicono che sono stata denunciata perché avevo venduto un folletto e non lo avevo mai spedito. Sono stata truffata”, mi dice Malika. Le chiedo se mi manda i documenti di questa archiviazione. “No, sono cose mie”.
Le chiedo come mai abbia comprato un cane da 2.500 euro. “Perché mi piaceva la razza, devo giustificarmi perché spendo i miei soldi come voglio?”. Le rispondo che se le persone donano perché lei si ricostruisca una vita, perché paghi avvocati o supporto psicologico o perché faccia beneficenza, forse qualche spiegazione la deve.
“Il cane è un bene di prima necessità, ok?”, insiste. “Potevi prenderti un trovatello”. “Avrei potuto ma sono cavoli miei. Il cane è un supporto psicologico”. “Il bulldog da 2500 euro?”. “Sono amante di questa razza, e ho preso un bulldog. La Mercedes e il bulldog sono beni necessari”. “Ma quando rispondi così pensi che non ti arriverà altra merda addosso?”, le dico sinceramente incredula. “Mi arriverà, chi se ne frega. Ciaooo!”. E mi attacca il telefono in faccia. Per la cronaca, mi aveva telefonato lei.
Leggi anche: Non esistono genitori infallibili, esistono solo genitori fortunati (di Selvaggia Lucarelli)