Il carabiniere ucciso a Foggia si stava per sposare. La compagna: “Avevamo casa pronta”
Vincenzo Di Gennaro, il carabiniere ucciso sabato 13 aprile 2019 durante una sparatoria a Cagnano Varano, in provincia di Foggia, stava per sposarsi. Il maresciallo maggiore, 46 anni, aveva infatti una compagna, con la quale aveva fatto grandi progetti: una casa insieme, costruita dopo tanti sacrifici. E a breve anche il matrimonio.
A raccontarlo è proprio la compagna di Di Gennaro, Stefania Gualano. “Vincenzo – ha raccontato lei a Repubblica – sorrideva sempre, sia nelle difficoltà sia nella vita. Bisogna andare sempre avanti, mi diceva. C’erano i momenti in cui era giù di morale, affranto, però diceva di non mollare mai perché la vita continua”.
“Avevamo costruito una casa – ha continuato la compagna – e stavamo progettando il matrimonio. Però già da qualche mese convivevamo e ci volevamo molto bene”.
Di lei, il procuratore capo di Foggia, Ludovico Vaccaro, ha detto: “Mi ha colpito la reazione di Stefania. Ha provato un dolore molto forte, ma ha mantenuto una grande dignità”.
Nella loro casa di San Severo, la cittadina in provincia di Foggia di cui era originario Di Gennaro, i familiari del carabiniere hanno accolto i cronisti e tutti i cittadini accorsi a esprimere la loro vicinanza.
“Me lo hanno ucciso – ha detto il padre, Luigi Di Gennaro, 84 anni e agricoltore – quei delinquenti me lo hanno ammazzato. Vincenzo amava la sua divisa ed era un vero servitore dello Stato. Aveva profondo rispetto della sua uniforme. Ha ricevuto numerosi encomi per le azioni eroiche compiute durante la sua carriera”.
“Era credente – ha continuato il genitore – molto cattolico. Devotissimo a san Pio: sono tutti i ricordi che ho di mio figlio”.
Sabato 13 aprile, Di Gennaro era in servizio, a bordo della sua auto con un giovane collega, quando è stato raggiunto da una raffica di proiettili esplosi da un pregiudicato di 64 anni, Giuseppe Papantuono. Nei giorni precedenti, il killer era stato sottoposto a una perquisizione per droga e aveva minacciato di morte gli agenti. Una frase, purtroppo, che non è rimasta soltanto una minaccia.