Coronavirus, in Italia ci sono 10 focolai: ecco dove e quanto sono estesi
“È ciò che avevamo previsto. Ci aspettavamo di avere a che fare, passata l’ondata principale della pandemia, con questi focolai. Del resto il virus non se ne è andato”. Lo afferma in un’intervista a la Repubblica il virologo Andrea Crisanti, dirigente del dipartimento di microbiologia dell’Università di Padova. Il virologo, da sempre tra i più cauti su un ritorno alla normalità, commenta i numerosi focolai di Coronavirus tuttora presenti nel nostro Paese.
“La malattia circola, in un giorno ci sono stati 180 mila casi. Chi non ha fatto il lockdown ha problemi. Basta vedere la Svezia. Oppure il Brasile, dove sta succedendo un disastro non paragonabile alla situazione italiana. Lì il problema è che troppe persone non hanno il medico”.
Come non rivolgere un pensiero a cosa sta accadendo a Mondragone, in provincia di Caserta, dove il contenimento del focolaio è ancora lontano, o all’ultimo appena scoperto nell’azienda Bartolini di Bologna. Nell’azienda di trasporti emiliana si registrano 45 casi positivi: i magazzini sono stati chiusi.
Ma non ci sono solo questi focolai. Attualmente i focolai presenti in Italia sono dieci, come riporta anche il quotidiano Leggo. Bolzano, con un focolaio familiare con 11 positivi; Como, dove in una casa di accoglienza per persone bisognose sono stati trovati 7 positivi; Province di Prato e Pistoia con 19 positivi; Porto Empedocle (Agrigento), con un focolaio sulla nave dei migranti fermi in stallo per un totale di 28 positivi; Alessandria, in una casa di riposo con 13 positivi; Roma, in un istituto religioso con 4 positivi, oltre ai focolai della Garbatella e dell’ospedale San Raffaele Pisana. C’è quello di Mondragone (Caserta) dove sono stati messi in quarantena i residenti dei Palazzi ex Cirio (30 positivi); Palmi (Reggio Calabria) dove ci sono 8 positivi; Bologna dove in un’azienda si sono riscontrati 45 positivi e in un’attività commerciale 12 positivi; Montecchio (Reggio Emilia), con un focolaio in due famiglie con legami parentali per un totale di positivi.
Crisanti afferma anche che ora c’è meno paura del virus perciò “si vede un po’ di rilassamento” ma “gli italiani hanno avuto messaggi contraddittori dai politici, che non hanno dato il buon esempio” perché “prima si dice che siamo in pericolo, poi che bisogna sbrigarsi a riaprire tutto perché l’economia è la cosa più importante. Qui in Veneto – sottolinea il medico – un giorno si chiede di far ripartire le discoteche e quello dopo si invita a stare attenti”. Il punto, insiste e chiude è “che il virus circola ancora ed esiste un certo livello di rischio, come i casi di questi giorni stanno a dimostrare”.
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