Flavio Briatore: “L’Italia non è un paese normale, se hai una barca pensano che sei un evasore”
Flavio Briatore ad Atreju: “L’Italia non è un paese normale”
L’Italia non è un paese normale: parola di Flavio Briatore. L’imprenditore ha spiegato il perché nel corso di Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia che si tiene a Roma.
“Voi che non vivete all’estero pensate che sia normale dove vivete ma non è così” ha affermato Briatore aggiungendo: “Uno si crede normale qui, ma ci sono delle cose che la gente normale non fa. Noi vediamo il paese delle nuvole”.
Il manager, quindi, ha parlato di turismo: “Quando sono all’estero tutti mi dicono in Italia è fantastico per mangiare” ma “non ci sono i taxi”.
“Dobbiamo mettere i piedi per terra” perché “non è possibile che uno arrivi a Roma o Milano, stia tre ore con le valigie e non trovi un taxi. Partiamo dalle cose piccole. È tutto cosi: si può fare ma non si fa”.
Il risultato, dunque, secondo Briatore è che l’Italia è un paese buono per mangiare, ma per non per investire: “Non ci penso, un processo civile dura 10-15 anni. Dobbiamo cercare di dare la possibilità a chi investe soldi propri di essere aiutati per creare posti di lavoro”.
“Dobbiamo pensare che turismo vogliamo e semplificare tutto, gli alberghi devono essere ristrutturati. Abbiamo degli alberghi che fanno schifo in Italia. Io che non vivo in Italia posso dare un giudizio di quello che la gente che non vive in Italia pensa di noi. L’Italia è il paese in cui i turisti stanno meno perché li fregano sempre. Abbiamo quella cultura di fregare la gente, tanto dicono questo è arrivato dalla Polonia, viene due giorni e non lo vedo più, il cappuccio invece di 5 euro lo faccio pagare 10 euro, gli do la mer*a da mangiare, tanto non lo vedo più, vaffan…”.
“La Turchia ci sorpassa, la Grecia ci sorpassa: dobbiamo trattare meglio i turisti” aggiunge Briatore che conclude così il suo discorso: “Abbiamo 7.000 chilometri di costa e non abbiamo una bandiera welcome perché pensano che chi ha le barche è un evasore fiscale. Io sono il classico esempio, mi hanno rotto le palle per 10 anni, poi mi hanno assolto, perché sembrava che avessi rubato chissà che cosa. Il turismo nautico è un turismo che l’Italia abbandona, i comandanti si parlano, dicono non andate in Italia”.